Il concetto di "dolce metà" o "anima gemella" è profondamente radicato nella cultura umana, poiché lo ritroviamo in tanti miti, leggende e tradizioni di ogni epoca e luogo. Ma come è nato questo mito affascinante che ha catturato l'immaginazione di generazioni e che, secondo gli esperti moderni, causa spesso aspettative irrealistiche sull’amore e sul matrimonio?
Per comprendere l'origine del mito della dolce metà dobbiamo fare un salto indietro nel tempo, rivolgendoci alle antiche mitologie che hanno plasmato le credenze di molte civiltà. In molte culture si credeva che ogni essere umano fosse originariamente una creatura completa, ma che a causa di eventi divini o celestiali fosse stato diviso in due metà. Questa separazione avrebbe lasciato ogni individuo in cerca della propria controparte, destinata a completarne l’essenza.
Nella mitologia greca, ad esempio, si narra che gli dei avessero tagliato gli esseri umani in due pezzi, condannandoli a cercare la loro metà mancante per l'eternità. Platone, nel suo dialogo "Simposio", racconta che gli esseri umani fossero originariamente creature sferiche con quattro braccia, quattro gambe e due teste. Temendo la loro potenza, gli dei li divisero, spingendoli a cercare la loro "dolce metà" per ricomporre l’interezza perduta.
Il mito della dolce metà ha trovato espressione anche in diverse tradizioni religiose e culturali. Nella tradizione ebraica, ad esempio, si parla di "bashert" come anima gemella destinata a ciascuno da Javeh. Nella cultura ebraica la persona con cui si contrae un matrimonio è considerata “destinata” (questo è il significato etimologico di bashert) a prescindere che l’unione sia poi felice o meno.
Il concetto di "metà divina" si ritrova anche in molte filosofie orientali, dove si crede che le anime siano destinate a unirsi per raggiungere l'armonia cosmica.
In Giappone esiste un mito molto suggestivo, chiamato il mito del “filo rosso del destino”. Secondo la leggenda, ogni persona porta fin dalla nascita un filo rosso invisibile che lega il suo mignolo a quello dell’anima gemella. Per quanto lungo e tortuoso possa essere il cammino della vita, le due persone legate allo stesso filo prima o poi si incontreranno e si sposeranno.
Le influenze culturali, insomma, hanno plasmato in modo piuttosto univoco la percezione tradizionale della dolce metà: racconti popolari, poesie e canzoni hanno contribuito a diffondere e perpetuare questa romantica idea attraverso i secoli.
Nella storia medievale e poi moderna e contemporanea la letteratura, la pittura, il cinema e la musica continuano a celebrare il concetto dell'anima gemella come un elemento chiave nella narrazione romantica. Il mito della dolce metà si è evoluto da un concetto mitologico a una forza motrice di speranza e ricerca nell'amore, influenzando le aspettative e le percezioni nelle relazioni.
Nella società attuale, però, il concetto di anima gemella come amore per la vita confligge con la nuova visione delle relazioni sviluppatasi dopo la rivoluzione sessuale. Oggi si sa che non esiste una sola anima gemella ma possono esisterne diverse, destinate ad accompagnarci in momenti specifici della vita. Si sa inoltre che anche l’amore più forte può finire, seguendo un meccanismo che in un certo senso è naturale.
Molti oggi criticano l’idea di anima gemella, bollandola come una concezione idealistica delle relazioni; essa avrebbe l’effetto collaterale di costringere le persone a rimanere in relazioni infelici, considerando il matrimonio “per forza” indissolubile o vergognandosi di essersi disinnamorate del partner.
Per quanto quella dell’anima gemella sia una splendida e potente leggenda, e per quanto sia apprezzabile mettersi in cerca di un amore per la vita, allo stesso tempo occorre essere onesti con se stessi e sapere quando fare un passo indietro in una relazione che è divenuta insoddisfacente.