Uno dei temi più urgenti per combattere il cambiamento climatico è la riduzione dell’anidride carbonica nell’atmosfera. La Climate Foundation, organizzazione non profit impegnata da anni nel contrasto al riscaldamento globale, nella sopravvivenza degli ecosistemi e nella produzione di cibo sano e sicuro, ha pensato a un modo tanto semplice quanto interessante per aiutare questo processo.
Il piano si chiama Sea Forestation ed è incentrato sulla coltivazione di alghe marine in enormi piattaforme al largo delle coste: per ora è in atto una sperimentazione nelle Filippine, un Paese che trae molte risorse dall’acquacoltura.
Non tutti sanno che le alghe marine, al pari degli alberi, si nutrono di CO2 e rilasciano ossigeno. Secondo uno studio della Climate Foundation le alghe nel loro insieme producono addirittura più ossigeno rispetto alle foreste pluviali, costituendo il vero polmone del Pianeta.
Perché coltivare le alghe su piattaforme affioranti? L’idea è di condurre un’opera di “riforestazione” del mare. Anche le alghe, come le piante, risentono del cambiamento dell’ecosistema. Introdurne in maggiori quantità nei mari aiuta a generare ossigeno ma anche ad attirare e nutrire tante specie di pesci. Una volta cresciute a dovere le alghe “coltivate” possono poi essere raccolte e utilizzate per produrre fertilizzanti, biocarburanti, ma anche cibo (l’Oriente ci insegna quanto le alghe possano essere nutrienti e gustose).
Sulla Terra siamo in tanti: entro il 2040 forse saremo 9 miliardi! Le alghe possono essere un modo per nutrire noi e il bestiame, aiutando a sfamare l’umanità del futuro. Ma, ciò che è più importante, aiuteranno a riequilibrare un sistema delicato e spesso compromesso come quello marino.
La Climate Foundation per il progetto sperimentale nelle Filippine ha ottenuto l’anno scorso il prestigioso premio Milestone da 1 milione di dollari e grazie a questi fondi amplierà il suo agire, rendendo sempre più concreta la sua missione.
Ogni tanto è giusto dare anche buone notizie, o meglio, potenziali buone notizie: le idee per contrastare il cambiamento climatico sono tante e fantasiose ma sarà solo un’azione sistemica a livello globale a fare davvero la differenza.
Il 2023 ha registrato una temperatura media globale sulla superficie terrestre di 14,98 gradi Celsius, 0,17 in più del precedente valore annuale record (2016): ogni mese, in ogni parte del mondo, è stato più caldo di qualsiasi mese corrispondente in qualsiasi anno passato, portando quello appena conclusosi ad essere l’anno più caldo della storia.
È il clima stesso, quello che possiamo percepire direttamente coi nostri sensi, a riportarci all’urgenza di fare qualcosa, e in fretta. Ben vengano, insomma, iniziative lodevoli come quella della Climate Foundation, che eleva organismi semplici e comuni come le alghe a risorse di valore inestimabile, subito accessibili a tutti. Il motto della fondazione è, non a caso: “Lavoriamo per invertire il riscaldamento globale nel tempo della nostra vita”.