Il “sogno ad occhi aperti maladattivo”, in inglese maladaptive daydreaming, si verifica quando una persona pur di non affrontare un problema si rifugia nei sogni ad occhi aperti per lunghi lassi di tempo, minuti o persino ore. Il termine maladattivo, in psicologia, indica proprio l’inefficacia di questo tipo di azione: anziché affrontare i problemi ci si rifugia nei sogni, salvo trovare che al “risveglio” la situazione non è cambiata.
I sogni ad occhi aperti non sono meno potenti di quelli che si fanno di notte: hanno anzi spesso trame vivide e complesse che suscitano una grande quantità di emozioni. Queste emozioni, purtroppo, sembrano nutrire ma possono allo stesso tempo consumare, inducendo il “sognatore” a trascurare la cura di sé, della casa e della famiglia. Anche se il sogno ad occhi aperti maladattivo non è una patologia, non bisogna per questo trascurare i problemi che segnala, come l’incapacità di affrontare impegni percepiti come troppo grandi o spaventosi.
I sogni ad occhi aperti non sono tutti uguali e quelli maladattivi sono talmente potenti da fare a volte perdere di vista per un po’ il contatto con la realtà. Questi sogni sono:
I sogni ad occhi aperti maladattivi non vanno confusi con le allucinazioni tipiche di gravi malattie come la schizofrenia. La persona rimane sempre in grado di distinguere ciò che è vero da ciò che non lo è. Ciò non vuol dire che rifugiarsi spesso in questi lunghi “sogni” non abbia un impatto sulla vita quotidiana: le conseguenze possono essere principalmente l’allontanamento dalla socialità e la perdita di efficienza sul lavoro, ma anche sentimenti fortemente negativi e un senso di colpa e solitudine.
Come smettere di ricorrere così spesso ai sogni ad occhi aperti? Per combattere questo sintomo è necessario prima capirne la causa, che può risiedere in un momento di crisi esistenziale oppure in condizioni di ansia e depressione.
Quando si sente che i sogni ad occhi aperti sono l’unico rimedio possibile e non si riesce a smettere di rifugiarsi nella fantasia, la cosa migliore è contattare uno psicoterapeuta. Un indirizzo particolarmente utile in questi casi è quello cognitivo-comportamentale, ma tutti i tipi di psicoterapia sono utili in quanto non bisogna intervenire sul sintomo, ma sulle cause.
Altri rimedi “casalinghi” che possono rivelarsi utili sono: