La strada per raggiungere i propri obiettivi non è quasi mai lineare. Nel sentire comune immaginiamo la progressione come un bicchiere che lentamente si riempie e non come un recipiente il cui livello sale a sbalzi, riempiendosi e svuotandosi alternativamente fino alla pienezza completa. Eppure la vita è così: il percorso da A a B non è praticamente mai una linea retta. E in questo insieme di curve capita a volte di scoraggiarsi e temere di non arrivare mai dove si vuole andare, senza sapere di essere più vicini del previsto alla soluzione.
Ecco perché è fondamentale coltivare quell’insieme di risorse mentali che ci insegna a non arrenderci se non dopo averle provate davvero, ma davvero tutte. Una citazione che troviamo illuminante e vogliamo condividere con i lettori è quella che abbiamo scelto come sottotitolo: “potresti fermarti solo un’ora prima del miracolo”.
Per coltivare la capacità di non arrendersi occorre prima di tutto capire da dove arriva l’impulso contrario, ossia quello di gettare la spugna. Secondo un articolo uscito su Current Topics in Behavioral Neurosciences, le cause che ci inducono alla rinuncia sono sia psicologiche che biologiche:
Per cui, a tutti gli effetti, il primo passo per raggiungere qualsiasi obiettivo è prendersi cura della propria salute fisica e mentale.
Ma andiamo oltre. Secondo gli psicologi, un allenamento molto utile contro la tentazione di rinunciare ai propri sogni consiste negli esercizi di automotivazione. Ecco qualcuno di questi esercizi, che è utile ripetere giornalmente nei giorni “down”:
Un ultimo consiglio: qualsiasi obiettivo ci si ponga, bisogna essere pronti anche al fallimento. Coltivare un pensiero falsamente positivo, come se tutto dovesse andare per forza bene perché “basta crederci” non aiuta la nostra causa. È però importante sapere che nessuno sforzo è vano, perché c’è sempre qualcosa da imparare, o qualche fortuna da trovare, anche nelle sconfitte.
Per concludere, un’ultima citazione: “il primo passo non ti porta dove vuoi, ma ti toglie da dove sei”. E chissà che dopo averlo fatto non arrivi il famoso miracolo, che può essere anche solo un cambio salutare di prospettiva.