Che sia per scelta o per caso, per un evento tragico o semplicemente per la rottura di un rapporto, sono sempre di più le mamme single, che si ritrovano a mettere al mondo e crescere un bambino da sole. Un percorso che può essere magico ed esclusivo, ma allo stesso tempo punteggiato da tante difficoltà. Qualsiasi sia la motivazione è necessario sottolineare come tutte le mamme single devono affrontare una serie di problematiche legate all’aspetto economico, sociale e soprattutto psicologico nel dover gestire tutto in autonomia.
Da un punto di vista psicologico, una mamma single dovrà affrontare ad esempio, la perdita del partner, vissuta come una esperienza traumatica, un lutto. E’ una ferita che richiede un tempo di elaborazione e di attraversamento dei diversi vissuti che lo caratterizzano (tristezza, senso di abbandono, rabbia, solitudine) per poter superarlo e giungere ad una possibile riorganizzazione della propria vita. Da un punto di vista economico, invece, le mamme single devono affrontare una serie di difficoltà per provvedere alla famiglia e occuparsi dei figli e di se stesse. Questo può creare alcuni ostacoli iniziali nel riuscire a gestire tutti questi aspetti senza il sostegno di un partner. Si possono vivere momenti di forte stress e stanchezza, che inevitabilmente avranno ricadute anche sui figli, che a loro volta potrebbero manifestare comportamenti aggressivi e stress. Inoltre, le mamme sole, visto che dovranno occuparsi della gestione economica, è probabile che dovranno trascorrere gran parte della giornata a lavoro, e ciò comporta una riduzione del tempo anche per la cura di sé. A tutto questo si aggiunge la necessita di prendere tutte le decisioni o le scelte educative che riguardano il figlio, senza la possibilità di un confronto e di un sostegno di un partner.
Il ruolo della famiglia come sostegno è fondamentale, sia nel caso possano sorgere dei problemi di natura economica, sia nella gestione della quotidianità con i propri figli. Quando è possibile, è importante attivare tutte le risorse familiari, coinvolgendo nonni, zii, fratelli, ma anche amici. Non si può contare solo sulle proprie forze. Trovare dei punti di riferimento, sia per la mamma che per i figli è un’opportunità importante. È chiaro che è necessario coadiuvare la mamma nel rispetto dei suoi principi educativi, lasciando che ognuno ricopra il suo ruolo senza creare confusione o contrapposizioni. Per essere più chiari, per esempio, la mamma rivestirà il suo ruolo impartendo le regole educative più consone al suo sistema familiare, i nonni seguiranno queste regole ma ricoprendo un ruolo differente, concedendosi spazi e momenti educativi diversi che rispecchieranno la differenza della relazione madre/figlio, nonni/nipoti. È necessario che ognuno ricopra il proprio ruolo rispettando le peculiarità insite in questo e fornendo al bambino la possibilità di fare esperienza della diversità delle relazioni significative, da cui trarre un arricchimento per la propria vita. Inoltre, la possibilità di confrontarsi con delle figure maschili è importante per dare la possibilità al bambino di trovare un punto di riferimento maschile adulto.
Qualsiasi sia la motivazione per cui il padre non c’è, è chiaro che questa assenza ha creato a monte una ferita, un lutto che deve essere stato elaborato dalla mamma, ancor prima che si presentino domande da parte del figlio. Il bambino, infatti, non appena inizierà a confrontarsi con i suoi pari e con i loro papà, si farà delle domande e vorrà ricevere delle risposte chiare e adeguate rispetto alla situazione in cui si trovano. È necessario dire ai figli esattamente ciò che è accaduto intorno a loro, utilizzando un linguaggio e delle spiegazioni comprensibili in base alla loro età; ciò li aiuta ad avere una giusta comprensione degli avvenimenti: spesso i bambini, di fronte a situazioni che non riescono a comprendere, possono attribuirsi delle colpe che ovviamente non hanno.
La mamma single deve essersi presa cura delle sue ferite emotive e psicologiche legate all’assenza del partner, evitando di trovarsi impreparata a rispondere, o di fornire risposte discreditanti sulla figura paterna o rendendo l’argomento tabù. È fondamentale che la mamma riesca a differenziare i suoi vissuti, che possono essere di rabbia, delusione, frustrazione, fatica, dall’esigenza del proprio figlio di crescere e comprendere la propria storia. È necessario che la funzione paterna possa continuare ad esistere su un piano simbolico per i figli.
Nel momento in cui la mamma decide di rifarsi una nuova vita è bene che i figli ne siano al corrente, ma sarebbe auspicabile presentare il nuovo partner solo quando la relazione è vissuta dalla coppia come stabile e importante, e non una relazione superficiale. I bambini, anche se molto piccoli, sono bravi nel cogliere i cambiamenti d’umore della mamma, per cui potrebbero intuire che c’è una nuova persona che la fa stare bene. La reazione dei figli può essere diversa anche in base alla loro età: per esempio gli adolescenti potrebbero mostrare più difficoltà ad accettare questa nuova figura e potrebbero assumere atteggiamenti di sfida nei confronti del nuovo partner, rendendo alle volte molto complessa la relazione di coppia.
Non bisogna mai trascurare i sentimenti e i vissuti contrastanti dei figli rispetto al nuovo compagno, alcuni potrebbero percepirlo come una sorta di intruso nella relazione tra mamma e figli, o che stia in qualche modo rubando il posto del papà. Per evitare questi pensieri è necessario che la mamma chiarisca e tranquillizzi il proprio figlio rispetto a queste ipotetiche paure sottolineando la diversità della loro relazione, rispetto a quella con il nuovo partner. Alcuni potrebbero temere di essere abbandonati, soprattutto osservando una sempre maggiore complicità nella nuova coppia, da cui si sentono esclusi. Non è raro che i figli arrivino a simulare dei malesseri fisici per impedire al genitore di trascorrere del tempo fuori casa, lontano da loro. Sono tante le emozioni e i vissuti che vengono a galla, per questo è consigliabile procedere sempre per gradi, rispettando i tempi dei figli, senza forzare la nascita di un legame positivo.
La vita di una mamma single non è di certo facile ma qualsiasi donna può dare il meglio di sé come mamma single. Avrà bisogno del doppio di amore, pazienza, comprensione e impegno. È difficile, ma non impossibile. I vostri figli ve ne saranno grati e riconosceranno i vostri sforzi e voi non solo potete trasformarli in meravigliose opportunità di crescita ma vivrete sicuramente una delle gioie più vere riservata a una donna: quella della maternità!