Secondo uno studio dell'Università dell'Indiana, pubblicato alcuni anni fa e diventato presto famoso, cani e gatti migliorerebbero il rapporto di coppia e aiuterebbero a far durare di più i matrimoni. I ricercatori hanno riconosciuto agli animali domestici una virtù "levigante", e cioè la capacità di attutire i piccoli dissidi quotidiani e i momenti di carenza affettiva.
D'altronde gli animali portano indiscussi benefici a chi si cura di loro: riducono i livelli di stress, rasserenano con la loro tenerezza empatica, costringono a fare più movimento e migliorano la rete sociale di chi li possiede. Questi benefici si riflettono sull'intero nucleo familiare e sulla coppia convivente.
Il cane e il gatto sono presenze percepite come angeliche e pure; la loro immediatezza istintiva e la loro disponibilità perenne sono, in qualche modo, un deterrente alla nascita di forti conflitti e anche un porto sicuro in cui rifugiarsi nei momenti di solitudine.
A questo tema è dedicato un famoso e lungo articolo del New York Times, scritto dalla giornalista Natalie Augier. Esso espone i risultati di un sondaggio, secondo il quale il 40% delle donne afferma di ricevere più sostegno emotivo dal proprio cane che dal partner. Mi sembra che, se una quota delle affermazioni può essere scherzosa, la maggior parte di queste dichiarazioni sia la spia di un forte problema interno alla coppia.
Un cane o un gatto, così come un bambino, sono presenze positive e unificanti solo se non sono state cercate come collante di una relazione fragile.
Sono note, e provocano talvolta una involontaria ilarità, le storie di centinaia di coppie che hanno divorziato "per colpa del cane". Spesso il motivo di queste separazioni, almeno stando a quanto dichiarano gli interessati, è l'eccessivo attaccamento di uno dei due partner per l'animale domestico. Quando uno dei coniugi insiste per far dormire il suo migliore amico nel letto, quando rinuncia a serate o vacanze per lui, quando sembra interessarsi più alla sua salute che ai sentimenti del marito o della moglie, ecco che il pet diventa un rivale d'amore, un terzo incomodo, e la coppia scoppia.
Questo è sempre o quasi sempre di un pretesto, che si palesa di solito nei primi anni di matrimonio e indica che la coppia è molto, troppo fragile. La maggior parte delle volte, una separazione di questo tipo avviene se l'animale viveva già con uno dei due prima del matrimonio. Invece, se la decisione di adottare un cucciolo è stata presa insieme le cose cambiano e di molto.
E una volta separati, a chi resta il cane o il gatto? Molte coppie, proprio come si fa con i figli, chiedono l'affidamento congiunto: ciascuno contribuisce a metà delle spese e tiene con sé il pet a settimane o giorni alternati.
Occorre ricordare che gli animali soffrono molto i cambiamenti: per loro il cambio di ambiente e ritmo di vita è estremamente stressante, molto di più di quanto lo sia per noi. Inoltre, un cane o un gatto non capiranno mai il concetto di affido congiunto! Questa soluzione è assolutamente dannosa per loro e può portarli a episodi di grave ansia o aggressività.
In sintesi: i nostri piccoli angeli sono una benedizione per la coppia, ma non fanno miracoli!