Con il termine true crime, traducibile in italiano in “vero crimine”, si intende una narrazione incentrata su tematiche di cronaca nera svolta attraverso pubblicazioni, programmi televisivi e soprattutto, negli ultimi anni, video di youtube. Ad essere raccontati sono i profili dei colpevoli, le scene del crimine, le indagini e i processi oppure i tratti psicologici delle vittime e dei carnefici.
Questo genere di intrattenimento è diventato negli ultimi anni una vera e propria moda transmediale: non è un caso che tra i titoli proposti per il Premio Strega 2024 ci siano romanzi come “Yara. Il true crime” di Giuseppe Genna, che si inserisce orgogliosamente nel filone già con la scelta del titolo.
Il vero territorio di true crime sono però le piattaforme web, frequentate da un pubblico fresco, appassionato e in un certo senso insospettabile come quello giovanile. Youtube, Spotify, Twich e perfino i social diventano un terreno dove gli influencer di true crime prosperano. Alcuni, come “Elisa True Crime” hanno avuto un tale successo da arrivare a collaborare con piattaforme di rilievo quali Netflix. Altri contano sulle sottoscrizioni e sull’amore di un pubblico non meno vasto.
Ma cosa ha il true crime di così affascinante? Indubbiamente le storie raccontate stimolano fortemente l’emotività, in particolare inducendo a provare empatia per le vittime o addirittura per i carnefici, quando la loro storia e la loro psicologia sono analizzate nel dettaglio.
Può scattare un po’ di immedesimazione nei confronti della vittima, un’emozione che contribuisce a creare un senso di suspense man mano che la vicenda va avanti. La magia è tanto più forte quanto più il mezzo di trasmissione della storia è semplice: la maggior parte degli influencer di true crime non fa altro che stare seduto e raccontare, stimolando nello spettatore anche un affetto per il narratore stesso e un senso di calma e familiarità – in questo caso il contenuto narrato è un semplice sfondo.
A coinvolgere nei video e podcast di true crime è anche il mistero: prima di rivelare l’assassino vengono ripercorse le indagini sul caso, come in un poliziesco. Al giorno d’oggi la stagione del poliziesco “puro” si è un po’ consumata, ma pensiamo che ancora esistono collane di libri, film e addirittura canali TV che sono dedicati interamente al genere, per un pubblico di solito più anziano di quello del true crime.
Infine, anche l’interesse per la psicologia e il desiderio di sentirsi più preparati alla possibilità di subire un attacco entrano in gioco nel true crime: capire come funziona la mente criminale può aiutare le persone a sentirsi più pronte e consapevoli, nel caso dovesse accadere qualcosa di spiacevole.
In conclusione la passione per il true crime, come sappiamo, non è roba nuova: pensiamo al poliziesco o anche a programmi come “Chi l’ha visto” nati decenni fa e che hanno sempre avuto un alto share. Di nuovo c’è forse solo l’età delle persone coinvolte, più giovani di quanto non ci si sarebbe potuto aspettare.