Tutti conosciamo l’effetto placebo: è l’effetto per il quale chi crede di stare assumendo un farmaco vede ridursi i propri sintomi anche se in realtà sta assumendo solo delle “caramelle”. Per testare i farmaci si utilizzano sempre gruppi differenziati, uno dei quali assume il vero farmaco e l’altro, senza saperlo, assume “caramelle”: un farmaco può essere approvato solo quando la sua efficacia si dimostra superiore al placebo.
L’effetto placebo è sempre stato portato ad esempio di quanto, nell’ambito della cura, la nostra mente e il nostro corpo siano strettamente interconnessi. È lo stesso meccanismo che agisce nell’omeopatia: se credo che un farmaco mi farà stare meglio finirò per star meglio veramente.
L’effetto placebo fu scoperto durante la seconda guerra mondiale, quando per penuria di medicinali alcuni medici militari diedero acqua e sale a dei soldati feriti convincendoli si trattasse di morfina. Con estremo stupore i medici si resero conto che molti di coloro che avevano assunto la falsa medicina sentivano effettivamente meno dolore.
Ma pochi sanno dell’esistenza di un effetto contrario al placebo, ossia il nocebo: se le persone conoscono i possibili effetti collaterali di un farmaco iniziano a manifestarli pur non avendolo assunto.
Una importante sperimentazione sul nocebo, scoperto negli anni ’60, è stata fatta durante il periodo della pandemia da Covid-19. Ad alcuni pazienti selezionati per lo studio sono stati somministrati dei “vaccini placebo”, cioè dei falsi vaccini, eppure queste persone hanno presentato gli stessi effetti collaterali di chi aveva ricevuto il vaccino vero (ad esempio febbricola, sonnolenza e dolore al braccio). Tutto perché, prima dell’iniezione, i pazienti erano stati informati dei possibili effetti collaterali del farmaco. A sperimentare effetti collaterali pur non avendo assunto nulla è stato addirittura il 35% dei “nocebo”, contro il 46% di chi aveva assunto il vero vaccino, un numero strabiliante.
Insomma, l’effetto nocebo, ormai scientificamente provato, dimostra quanto strettamente corpo e mente siano interconnessi. Ciò non significa che i problemi di salute gravi possano essere risolti semplicemente convincendosi o facendosi convincere di avere assunto un farmaco né che le persone non vadano informate dei possibili rischi dei farmaci. Significa semplicemente che la mente, quando si tratta di guarigione, ha un fortissimo potenziale. Ecco perché in presenza di problemi di salute è talvolta consigliabile un sostegno psicologico per migliorare le possibilità di guarigione.