È triste constatare che tutti, prima o poi, attraversano una fase di profonda sfiducia nell’umanità per qualche brutto tiro che è stato loro rivolto: che si tratti del tradimento di un partner o dell’addio di un amico, di una mancanza dei genitori o di uno sgarbo dei colleghi, tutti hanno provato la sensazione di vuoto e di abbandono solo una brutta esperienza di relazione sa lasciare.
Ma è poi vero che “tutto il mondo è cattivo”? O c’è qualcosa che avremmo potuto notare prima del disastro?
È quanto si chiede la psicologa Anna de Simone. Ella afferma, senza voler colpevolizzare assolutamente le vittime, che in qualche modo la scelta di chi ci circondiamo influenzi quello che succederà. In poche parole, a volte si viene traditi perché ci si è messi al fianco, in parte consapevolmente, di una persona immatura e inaffidabile; si viene abbandonati dai genitori nel momento del bisogno perché si è intrattenuto un rapporto solo di facciata; e così via.
Anna de Simone sintetizza il concetto con questa frase: “Prima di lamentarti degli altri, guarda bene chi hai fatto entrare nella tua vita”. Il modo di recuperare la fiducia e costruire relazioni meno “pericolose” sta, secondo lei, nel circondarsi solo di persone belle. Già, ma come si fa?
Anna de Simone consiglia di creare un grafico o un elenco nel quale inserire le persone che si conosce dividendole per categorie: i semplici conoscenti, gli intimi, i fondamentali. Categorizzare le relazioni sembra qualcosa di artificioso ma invece aiuta molto. A volte si pecca di fretta e si fa entrare subito una persona nella categoria “intimi” quando in realtà la si conosce ancora poco: a volte tenere il freno tirato dentro di sé e non concedere tutto subito è protettivo.
A volte veniamo delusi perché abbiamo peccato d’ingenuità rivelando parti molto vulnerabili di noi a persone che non lo meritavano. Anche qui il grafico o elenco delle relazioni torna utile: chi ha accesso alle informazioni più personali dovrebbe essere una persona degna di fiducia e questa fiducia deve essere stata comprovata con l’esperienza. Di solito quando ci innamoriamo tendiamo ad abbassare la guardia molto in fretta e a lasciare che l’altro violi completamente i nostri confini, ma c’è sempre qualcosa che dovremmo tenere per noi in attesa che i tempi siano maturi.
Molte persone si dicono deluse dalle relazioni perché hanno coltivato aspettative irrealistiche su di esse. Nel grafico dell’intimità e della “fondamentalità” vanno messe solo persone che si sono dimostrate all’altezza delle aspettative via via crescenti poste su di loro. Ciò non significa però che il proprio innamorato/a debba essere come il personaggio di un film d’amore, perfetto e senza macchia, perché questa non è la vita.
A volte ci si sbaglia clamorosamente sulle persone per colpa del meccanismo della proiezione. Inconsciamente, si tendono a proiettare sull’altro i propri desideri o i propri difetti inconfessati. Questo è un famoso meccanismo psicologico che deve farci rizzare le orecchie. Chi ha bisogno di amore tende a vedere questo sentimento negli occhi dell’altra persona anche rifiutandosi di vedere i segni che nella realtà indicano che l’amore non è corrisposto. Quando si pensa alle proprie relazioni è necessario fare uno sforzo di introspezione e domandarsi cosa sia reale e cosa sia invece una proiezione.
Tutti hanno dei difetti. Circondarsi solo di persone positive non significa radunare intorno a sé un club dei perfetti. È però necessario notare e rendersi conto anche dei difetti di chi abbiamo accanto, non guardare solo ai pregi. È in base a queste considerazioni che si possono riporre nelle persone aspettative davvero realistiche.
Non dovremmo avere paura di tagliare fuori qualcuno dalla nostra vita, se il rapporto non ci nutre. Appena notiamo che l’altra persona è una “tossina” nelle nostre giornate, dovremmo iniziare ad alzare delle barriere interiori al fine di proteggerci. Non è necessario avere tanti amici, purché i pochi che si ha siano buoni; non è necessario essere sempre “impegnati”, meglio concentrarsi su relazioni che hanno il potenziale di renderci felici.