La scienza ritiene che, al di là delle insicurezze o delle eccessive spacconerie individuali, le persone sanno se e quanto sono belle e tendono a cercare dei partner che abbiano lo stesso livello di attrattività, anche a livello mentale.
Infatti secondo una metanalisi condotta su ben 27 studi, i quali hanno coinvolto 1300 persone, siamo abbastanza bravi a giudicare il nostro livello di bellezza e tendiamo a scegliere partner che siano belli (o brutti) quanto noi. Anche se alcuni criteri del bello variano nel tempo e secondo le mode, gli scienziati pensano che le varie epoche e culture abbiano una certa costanza nel giudicare l’avvenenza delle persone e che tali criteri siano consolidati dentro di noi.
Secondo uno studio pubblicato lo scorso anno su Evolution and Human Behavior, tendiamo a voler uscire con persone che ci assomigliano fisicamente. Lo studio ha coinvolto 682 partecipanti eterosessuali che sono stati sottoposti a ben 2300 speed-date complessivi. Dopo la breve conoscenza, veniva chiesto di compilare una scheda che comprendesse i fattori principali di “avvenenza” e “gentilezza” per stabilire se una persona aveva lasciato il segno. Gli scienziati hanno scoperto che generalmente le persone che si somigliavano tra loro si giudicavano anche più “gentili” a vicenda, quindi trasformavano l’attrazione fisica anche in attrazione mentale.
Anche a livello puramente psicologico cerchiamo, per costruire relazioni romantiche, persone simili a noi (ma non troppo). Lo conferma uno studio del l’Università di Stirling: quando scegliamo un partner cerchiamo una persona che abbia alcuni tratti di personalità in comune coi nostri, ma che non aderisca del tutto al nostro profilo mentale. I partecipanti allo studio, infatti, venivano sottoposti a profili di dating fittizi tra cui scegliere e selezionavano persone che condividessero i loro tratti di introversione o estroversione. Allo stesso tempo, tendevano a preferire persone responsabili e mentalmente stabili a prescindere dal loro livello di responsabilità o stabilità individuale, indicando che queste caratteristiche vengono apprezzate e ricercate a prescindere.
L’attrazione, insomma, si gioca su un filo sottile tra somiglianza e diversità, sia a livello fisico (nessuna faccia è uguale a un’altra) sia mentale (nessuna mente è uguale a un’altra e in generale menti troppo simili potrebbero confliggere).
Per quanto riguarda la coscienza del proprio livello di bellezza e attrattività generale, un altro studio testimonia che i più obiettivi sono gli uomini sposati da tempo: forse l’età e l’esperienza tendono a donare una visione più realistica di se stessi. Quando si è giovani ci si può autoingannare sul proprio livello di bellezza (a quanto sembra dallo studio) mentre un’età più matura dona una coscienza del tutto diversa: chi è fortunato poi migliora addirittura con l’avanzare degli anni, basti pensare a personaggi come George Clooney che sono stati più apprezzati in età matura che da giovani.