Edith Piaf diceva che per lei cantare fosse un modo per evadere dal mondo e cercarne uno nuovo, ma secondo psicologi e neuroscienziati non è proprio così: cantare migliora la nostra vita e ci permette di essere più felici nel qui e ora. La cosiddetta musicoterapia ne è la dimostrazione: cantando diamo spazio alla parte sana di noi e siamo più in grado di connetterci con gli altri. Inoltre attiviamo una serie di meccanismi biologici che ci rendono più allegri.
Secondo uno studio pubblicato su The Journals of Gerontology, una delle attività che migliorano la salute fisica e mentale degli over 65 è l’iscrizione a un coro. Cantare infatti unisce le persone, combattendo la solitudine tipica della terza età (ma non solo).
Ma anche cantare da soli fa bene e il motivo è tutto nel cervello: la nostra mente, per ragioni che gli scienziati stanno ancora indagando, è patita per la musica! Secondo il teorico musicale Leonard Meyer ogni volta che sentiamo un brano o lo cantiamo il nostro cervello percepisce una sorta di piacevole shock. Inoltre nel nostro orecchio è presente una struttura, chiamata sacculo, che risponde alle frequenze da noi stessi create mentre cantiamo generando una risposta fisiologica di piacere. C’è un motivo, insomma, se il canto è un’abitudine tanto ancestrale per la nostra specie.
Il canto ci dà dei benefici anche per altri motivi fisiologici. Infatti intonare delle note favorisce il rilascio di ormoni come la serotonina, nota per agire in contrasto con il cortisolo (l’ormone dello stress). Cantare, secondo una recente ricerca dell’università di Francoforte, migliora il nostro sistema immunitario riducendo il rischio di malattie, migliora la funzionalità dei polmoni e anche quella del diaframma.
II canto ha effetti positivi anche sulle persone affette da malattie neurodegenerative. Secondo esperimenti realizzati in America, i pazienti con Alzheimer e Parkinson interagiscono meglio con gli altri, sono più attenti e vigili e svolgono meglio dei compiti quando sono impegnati nel canto.
Anche le persone con disturbi mentali, secondo Tom Shakespeare e Alice Whieldon della East Anglia University, traggono enormi benefici dal canto, migliorando la loro risposta allo stress e consolidando le loro abilità sociali. Inoltre cantare ad alta voce migliora la sicurezza, la fiducia in se stessi.
La musica che produciamo, al pari o ancor più di quella che ascoltiamo, ci permette di entrare in contatto con una parte preziosa del nostro cervello, quella collegata alle emozioni, che resta intatta anche in condizioni di fragilità. La musica è un ponte prezioso tra gli esseri umani e anche tra il nostro “esterno” e il nostro “cuore”. Viva dunque il canto, da quello più spontaneo a labbra serrate fino a quello più disteso e catartico, fino ancora al canto ascoltato dei bravissimi artisti che ci fanno emozionare a ogni ascolto!