La psicologia inversa è una forma di persuasione sottile che spinge l’altro a fare ciò che vogliamo. Quando sappiamo che dall’altra parte potrebbe arrivare un rifiuto, possiamo utilizzare questa tecnica che sfrutta un meccanismo ben noto della mente umana, la cosiddetta “reattanza psicologica”. La reattanza psicologica è uno stato emotivo che si accende quando sentiamo che la nostra libertà è minacciata e agiamo in controtendenza. Ad esempio se su un oggetto c’è scritto “non toccare” proviamo l’irresistibile desiderio di farlo. La psicologia inversa funziona proprio così: nella sua forma più basilare si proibisce a qualcuno di fare qualcosa per invogliarlo a farla. La psicologia inversa infatti si usa molto con gli adolescenti, che tendono a essere ribelli per natura.
Ovviamente la psicologia inversa genera dei rischi e va usata sempre in modo responsabile, specialmente in amore dove un abuso di questa tecnica può essere considerata una vera e propria forma di manipolazione. Possiamo usarla a piccole dosi per accendere o riaccendere l’interesse del partner. Vediamo sei possibili applicazioni:
Una strategia di psicologia inversa molto comune all’inizio di una storia d’amore è mostrare una falsa indifferenza nei confronti dell’altra persona (ad esempio fingendo di non averla vista quando la si incontra o ritardando la risposta ai messaggi) per spingerla ad agire nel gioco della seduzione o per accendere l’interesse.
“Ti ho fatto un regalo, ma non ti dico cos’è”… la strategia del mistero serve ad accendere l’interesse del partner nei confronti di qualcosa che vogliamo proporgli. Le persone sono naturalmente portate a dirigere la loro attenzione verso ciò che è misterioso.
“Non ti preoccupare, quest’anno non voglio regali” è un esempio molto comune di psicologia inversa usata nell’ambito della coppia. Il messaggio è chiaro: la persona che ha detto così vuole un regalo.
Anziché far scegliere direttamente al partner cosa fare a un appuntamento è possibile usare la strategia delle opzioni: “Vuoi andare al ristorante o al cinema?” è un esempio: in questo modo la persona si entusiasma per una delle due opzioni “pilotate” perché è convinta di stare scegliendo lei.
Quella della sfida è una strategia di psicologia inversa da utilizzare con molta attenzione perché potrebbe essere percepita dall’altro come sminuente o insultante. Per motivare il partner a fare qualcosa gli si può dire ad esempio: “Ho un’idea da proporti, ma non credo che tu sia pronto per metterla in atto”. Questo genera motivazione per la sfida che è stata proposta.
“Facciamo quello che vuoi tu” è un esempio comune di psicologia inversa che può essere utilizzato nell’ambito amoroso. Se si sta accendendo un conflitto su un’attività da fare insieme, cedere e lasciare all’altro la libertà di scegliere lo spinge a guardare di più nella nostra direzione, accogliendo le nostre proposte.
La psicologia inversa è uno strumento potente che però va usato con molta parsimonia e attenzione. Il rischio è di cadere nella manipolazione o di rovinare il rapporto se l’altro si rende conto del “gioco” che si sta facendo alle sue spalle. La psicologia inversa dovrebbe essere usata esclusivamente per fini buoni, per accendere l’interesse dell’altro o per motivarlo in un momento di crisi.