Ti capita di essere sempre quello che si sacrifica per gli altri e di non ricevere mai nulla in cambio, nemmeno un grazie? La tua situazione è più frequente di quanto pensi e la mancanza di riconoscimento da parte del prossimo si motiva con una serie di dinamiche psicologiche che gli scienziati stanno studiando. In questo articolo ti proponiamo sette diverse spiegazioni, che vanno dalla sociologia alla psicologia sociale, sul perché le persone non riconoscono quasi mai quello che gli altri fanno per loro.
Il fenomeno della percezione selettiva avviene quando le persone notano solo ciò che conferma le loro aspettative e ignorano tutto il resto. Ad esempio, se una persona è considerata gentile e disponibile, si accetta il suo aiuto senza farsi domande sullo sforzo che c’è dietro.
Uno studio dell’università di Berkeley riporta che, quando un’azione viene compiuta spesso, tende a perdere di significato agli occhi degli altri e può passare inosservata. Ad esempio se una persona è sempre gentile la sua gentilezza viene data per scontata proprio per il potere nefasto dell’abitudine: gli altri finiscono per non vedere letteralmente più le azioni buone che vengono loro rivolte.
Di solito le persone più empatiche sono quelle che ricevono meno riconoscimenti. Questo può essere dovuto al cosiddetto paradosso dell’empatia, un fenomeno per il quale le persone si convincono che chi è empatico lo sia per sua natura e non meriti ulteriori lodi.
Nella psicologia sociale si studia un fenomeno chiamato effetto sforzo-ricompensa. Quando una persona investe del tempo per un’altra e non riceve il giusto riconoscimento, da un lato si sente frustrata, dall’altro si sente egoista per avere sperato in qualcosa in cambio. Questa dissonanza cognitiva facilita l’instaurazione di un circolo vizioso di insoddisfazione nelle relazioni.
A volte il mancato riconoscimento degli sforzi può essere dovuto a un bias di genere. Secondo gli studi, spesso le donne non vengono riconosciute nel loro lavoro quando questo riguarda la cura della casa e della famiglia, mentre gli uomini non vengono riconosciuti quando forniscono supporto a livello emotivo. Le norme sociali creano delle aspettative ben precise sia sugli uomini sia sulle donne e queste aspettative possono portare al misconoscimento degli sforzi della persona gentile, generosa, empatica e accudente.
Uno studio del sociologo William E. Cross suggerisce che le persone che sono abituate a sacrificarsi per gli altri siano da loro viste come “marginali” e per questo invisibilizzate. La loro presenza diventa scontata per gli altri, che non riconoscono i loro sforzi.
A volte le persone non riconoscono gli sforzi degli altri perché questo le porterebbe a sentirsi in colpa per le loro mancanze. Avere di fronte una persona sempre gentile e disponibile e non esserlo in prima persona può provocare infatti un forte senso di colpa. Per evitarlo, le persone spesso preferiscono ignorare le azioni buone compiute nei loro confronti e così si tengono al sicuro.