Le strategie di coping sono i meccanismi e i comportamenti che le persone adottano per affrontare, gestire o ridurre lo stress, le difficoltà emotive e i problemi quotidiani. Il termine "coping" deriva dall'inglese e può essere tradotto in italiano come "fronteggiamento" o "gestione". Le strategie di coping mirano a ridurre l’impatto negativo di una situazione stressante e perciò sono molto utili in periodi di forti difficoltà.
Tutti noi adottiamo inconsapevolmente delle tecniche di coping quando abbiamo un problema, il punto è che queste non sempre sono funzionali: ad esempio anche scappare di fronte a una sfida è una forma di coping (il cosiddetto coping “evitante”) ma non è detto che ciò serva ad attenuare lo stress o a risolvere la situazione. Di qui la necessità di sostituire un coping consolidato ma disadattivo con un coping adattivo in grado di aiutarci a fronteggiare i problemi.
Esistono diversi approcci di coping quando si tratta di affrontare un periodo difficile: il primo è il coping incentrato sul problema, che mira a risolvere direttamente la situazione che causa stress, e il secondo è il coping incentrato sulle emozioni, che mira a gestire le emozioni associate allo stress piuttosto che il problema stesso. Il secondo tipo di coping è particolarmente utile quando siamo di fronte a una situazione in cui non possiamo intervenire direttamente o che è “troppo grande per noi”. Secondo una ricerca del 2015, le persone che utilizzano strategie di coping incentrate sulle emozioni diventano più resistenti allo stress e godono di un miglior benessere generale. Oggi ti presenteremo quindi 7 tecniche di coping incentrato sulle emozioni che anche tu puoi praticare per fronteggiare un momento particolarmente duro della tua vita.
La meditazione insegna ad avere consapevolezza sui propri pensieri, accogliendoli senza giudicarli. All’inizio può essere difficile entrare nell’approccio meditativo, ma con il tempo i risultati si vedranno. Le tecniche di consapevolezza possono essere praticate ovunque e da chiunque e donano una maggiore chiarezza mentale e una migliore resilienza.
Fare journaling significa scrivere per se stessi. Tenere un diario può aiutare a riordinare i pensieri e soprattutto può avere una funzione catartica, aiutando a scaricare le tensioni accumulate. Per praticare a dovere il journaling è necessario scrivere ogni giorno per almeno 5 minuti, non importa se in modo confuso o disordinato, permettendosi di esprimere le proprie emozioni del momento.
Il pensiero positivo non aiuta direttamente a risolvere i problemi, ma può migliorare il benessere generale e quindi la risposta allo stress. È importante chiarire che il pensiero ottimistico non punta a ignorare le criticità, ma spinge a guardare le difficoltà da una prospettiva diversa trovando aspetti positivi che aiutino a superarle. Esempi di pensiero positivo sono riconoscere i propri successi invece che concentrarsi sui “fallimenti”, ridere dei propri punti deboli, ricordarsi che si può sempre ritentare una strada che magari è stata interrotta, sostituire pensieri ottimistici al semplice buttarsi giù.
Praticare il perdono non è sempre facile: può volerci del tempo per scendere a patti col dolore e accettare che ciò che è stato è stato. Una volta che si è in grado di perdonarsi e perdonare, però, i benefici si vedono: lo stress e la rabbia si riducono, aumentano la compassione e l’empatia e le relazioni interpersonali si fanno più forti.
Questa è una variante del pensiero positivo e implica il guardare la situazione dura e difficile che si sta affrontando da una prospettiva più ampia invece di rimanere fissati sui dettagli spiacevoli. Guardando una situazione problematica da un punto di vista diverso è possibile risollevarsi dallo stress e dalla fatica e riconoscere che le cose non vanno poi così male. Allenarsi a cambiare prospettiva è molto utile per far fronte a periodi di stress e tensione.
Reprimere le emozioni negative e tenersi tutto dentro non è una strategia utile per risolvere i problemi. Parlarne con persone care può essere invece molto utile per attivare una rete di supporto, o anche solo per sentirsi capiti e ascoltati. Le emozioni represse causano molto dolore, sia emotivo che fisico, mentre le emozioni “liberate” possono essere un veicolo di cambiamento. Parlare con gli altri, inoltre, rinsalda i legami e porta le relazioni a un livello più profondo.
Se senti che nonostante le tecniche di coping che abbiamo illustrato la situazione non migliora, puoi rivolgerti a uno psicoterapeuta. La terapia mira proprio a sostituire le tecniche di coping dannose con tecniche più funzionali e personalizzate. In questo senso la terapia è un’ottima “scuola di coping” utile per tutta la vita di una persona.