I messaggi subliminali sono parole o immagini che “scorrono” sugli schermi per un tempo insufficiente all’occhio per coglierli, ma sufficiente alla mente subconscia per registrarli. Di solito questo tipo di messaggi è associato al mondo del cinema e della TV e legato al marketing.
La notorietà dei messaggi subliminali è legata al controverso esperimento di James Vicary, che negli anni ’50 propose in alcuni cinema delle pellicole modificate per contenere rapidissime pubblicità di popcorn e Coca Cola. A quanto sostenne Vicary, la cosa funzionò: le vendite di popcorn salirono del 51% e le vendite di bevande del 18%. Ma questo esperimento era affidabile? Secondo alcuni, non molto.
Una ricerca pubblicata su Marketing Letters smentisce l’efficacia dei messaggi subliminali: nello studio si è replicato l’esperimento di Vicary in condizioni di mercato più realistiche e si è notato che le persone rispondevano positivamente alla pubblicità solo se erano già motivate ad acquistare il prodotto. D’altra parte, la vendita record di popcorn e bibite in un cinema non ha necessariamente qualche tratto di eccezionalità: sarebbe stato ben diverso se ad essere richiesto fosse stato, ad esempio, del sapone o un capo di vestiario. Tra l’altro nello studio si è visto che chi doveva scegliere la marca della sua bevanda dopo 15 minuti dalla ricezione del messaggio subliminale non mostrava di avere ancora in mente la pubblicità.
Nel 1974 negli USA sono stati ufficialmente vietati i messaggi subliminali sia al cinema che in TV. Eppure, questa tecnica viene usata ancora oggi. Gli obiettivi che i pubblicitari si pongono sono:
Ma i messaggi subliminali fanno male, o meglio, possono veramente manipolare la nostra mente e spingerci a fare cose che non vorremmo? Ad oggi sembra che no, non sia così, non più di qualsiasi pubblicità. Tutte le tecniche di marketing, tra cui quella dei messaggi subliminali, mirano a colpire lo spettatore in modo da spingerlo emotivamente a rivolgersi a un certo prodotto; non riescono però a condizionare la mente al punto da spingere irresistibilmente all’acquisto. Per cui possiamo stare tranquilli: nessuno riuscirà a “entrarci nella testa” attraverso una semplice parola o immagine, seppure trasmessa direttamente al subconscio.