A tutti capita di incontrare sul proprio cammino persone particolarmente complicate, che sembrano avere un problema per ogni soluzione e una tempesta per ogni ciel sereno. Degli uffici “complicazione casi semplici” ambulanti che sembrano quasi godere degli errori e delle mancanze degli altri e trovano sempre il modo di mettere i bastoni tra le ruote. Che queste persone si trovino nell’ambiente di lavoro, nel gruppo di amici o in famiglia, non è sempre facile evitare di avere a che fare con loro e, anzi, bisogna imparare a conviverci.
Ma perché esistono persone che si comportano in maniera sempre disfunzionale? Il motivo principale è la presenza di problematiche psicologiche sottostanti. Spesso dietro le persone “complicate” si nascondono stati depressivi o disturbi di personalità. Come sostiene lo psicologo Daniel Goleman nel suo libro “Intelligenza emotiva”, chi vive situazioni di stress prolungato nel tempo perde la lucidità e sviluppa una naturale tendenza a vedere le cose in modo molto più complicato di come sono realmente.
Partiamo quindi dal fatto che le personalità complesse da gestire, quelle che sembrano godere nel piantare zizzania, sono spesso le più bisognose d’aiuto. Qualcuno può stare semplicemente attraversando un momento buio, qualcun altro è intrappolato a vita in una spirale di malessere dalla quale sembra non esserci una via d’uscita. Spesso i tentativi di cambiare queste persone sono fallimentari, ecco perché è importante imparare a modulare il rapporto con loro.
Il primo consiglio che si può dare a chi deve interagire con questo tipo di persone è creare e mantenere una certa distanza a livello emotivo: infatti se ci lasciamo troppo coinvolgere rischiamo di essere risucchiati nella spirale di negatività creata dagli altri. È poi importante comunicare sempre con assertività, facendo notare alla persona problematica quando le sue azioni ci fanno male o ci infastidiscono: non subire quindi, ma mettere ancora una volta in chiaro dei confini.
Un’altra buona idea per avere a che fare con soggetti complicati è porre delle alternative alle loro azioni: ad esempio se una persona continua a criticarci, possiamo proporle di suggerirci come migliorare anziché continuare a comportarsi in modo distruttivo. Un intervento del genere potrebbe spiazzare il criticone, facendogli rendere conto che sta solo sfogando un suo disagio e non ha veramente niente di costruttivo da proporre.
Ciò che è soprattutto importante quando si ha a che fare con personalità tendenzialmente distruttive è mantenere la calma. Arrabbiarsi e scatenare un corpo a corpo non produce risultati, mentre riportare il conflitto su un terreno neutro e razionale riduce significativamente la tensione. Non è facile reagire in modo composto quando una persona sembra far di tutto per indurre al litigio, ma la cosa migliore è fare lo sforzo di porsi su un terreno di superiorità, evitando di cadere nella trappola.
Infine, se possiamo, è importante cercare di andare incontro a queste persone tormentate, offrendo loro il nostro aiuto. Se astraiamo dal fastidio che questi soggetti ci danno, ci rendiamo conto che i primi a soffrire sono proprio loro. Offrire uno spazio di ascolto può fare molto bene a queste persone, anche se non sempre lo accetteranno. In quel caso l’unica alternativa è l’autoprotezione, ma almeno ci avremo provato.