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    Perché alcuni ricordano i sogni e altri no?
    Sono molteplici e complessi i fattori che rendono possibile ricordare i sogni che si fanno di notte. Di solito la memoria è facilitata dall’eventualità di risvegliarsi durante la fase REM, ma molto dipende anche dall’età, dalla genetica e dalla predisposizione psicologica.

    Il sonno senza sogni non esiste! Infatti è risaputo, a livello scientifico, che tutti sogniamo ogni notte. Ma curiosamente alcuni si svegliano ricordando ogni dettaglio delle loro visioni oniriche, altri conservano solo la sensazione di aver sognato (i cosiddetti sogni bianchi), altri ancora sono convinti di non aver fatto alcun sogno.

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    Ma perché alcune persone ricordano così bene i sogni e altre no? Secondo uno studio condotto da ricercatori dell’università di Lione, chi ricorda meglio i sogni mostra una maggiore attivazione nell’area del cervello deputata alla risposta agli stimoli esterni. In poche parole, il cervello di alcune persone è più sensibile agli stimoli che provengono dal mondo esterno e si attiva, svegliandosi parzialmente, anche durante la fase REM. È infatti in questa fase del sonno che arrivano i sogni, e se ci si sveglia proprio in quel momento è più facile ricordarli. Questo spiega anche perché la stessa persona alcune volte ricorda ciò che ha sognato la notte precedente, altre volte no.

    Un nuovo studio della Scuola IMT Alti Studi Lucca, condotto tra il 2020 e il 2024 con l’ausilio di questionari e strumentazioni tecnologiche, ha cercato di creare l’identikit del sognatore “perfetto”, quello che riesce a ricordare i sogni al mattino appena sveglio. Mediamente si tratta di una persona giovane, che è dotata di uno spiccato interesse per il mondo onirico e che ha un sonno caratterizzato da fasi lunghe e leggere. Le persone più anziane tendono invece a fare sogni bianchi, cioè conservano nella memoria l’esperienza di aver sognato senza però riuscire più ad attingere al contenuto.

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    Anche la genetica potrebbe influire sulla capacità di ricordare i sogni: sembra che alcune persone siano naturalmente più portate a conservare i ricordi in modo più vivido. Ci sono poi in gioco dei possibili fattori psicologici: le persone più creative tendono a fare sogni più complessi e fantasiosi che possono lasciare nella mente un’impressione più forte.

    Qualcuno ritiene che i sogni lucidi, quelli in cui l’individuo è consapevole di stare sognando, possano essere ricordati con più facilità rispetto ai sogni tradizionali o “passivi”. Allo stesso modo, anche i sogni che evocano emozioni più forti sarebbero più memorabili.

    Anche la stagione dell’anno determina, in certi casi, la capacità di ricordare quanto sognato: sembra che la stagione migliore sia la primavera, la peggiore l’inverno, probabilmente per questioni legate al ritmo circadiano. Infine, anche il cibo ed eventuali sostanze assunte possono alterare la capacità di ricordare i sogni: mangiare pesante o assumere alcol può compromettere la qualità del sonno e quindi dei sogni.

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    Ma è possibile migliorare la capacità di ricordare i sogni? Secondo alcuni esperti sì, attraverso pratiche come la mindfulness, la meditazione e il diario dei sogni. Meditare la sera e scrivere i sogni che si ricordano appena svegli costituirebbe un valido allenamento per diventare più sensibili ai messaggi che ci arrivano dal mondo onirico. Se siete interessati a ricordare meglio i vostri sogni notturni, vale la pena di provare a fare semplici esercizi di respirazione una volta a letto e tenere pronto un taccuino sul comodino per scrivere appena svegli.

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