Al giorno d’oggi si potrebbe pensare che la monogamia abbia fallito, ma almeno dal punto di vista evoluzionistico non è così: sia gli esseri umani sia gli scimpanzé e i gorilla hanno insita nei geni la tendenza a creare unioni stabili. Quella che ci caratterizza oggi, piuttosto che un patto d’amore unico portato avanti per tutta la vita, è la cosiddetta monogamia seriale, che consiste nel creare una coppia con una persona per pochi anni per poi passare alla relazione successiva. Esiste, è vero, il cosiddetto gene dell’infedeltà (l’allele 334 che gestisce la vasopressina) ma tutto sommato è ancora la monogamia la scelta più praticata in assoluto.
Ma se la tendenza a creare unioni stabili è così radicata nei nostri geni (fatta eccezione per il già citato allele 334) perché tradiamo? La motivazione è più che altro psicologica. Già a partire dal quinto anno di relazione la coppia entra in una dimensione routinaria che stanca e spinge a cercare qualcosa di diverso: e cosa, se non una nuova fiamma, può riaccendere una scintilla nella mente? A questo punto ci sono tre strade: investire sulla relazione presente impegnandosi insieme al partner per combattere la monotonia; lasciare il partner per un’altra persona; tradire.
I profili dei traditori sono molto diversi tra loro, ma in generale le donne tendono a tradire quando non sono soddisfatte della relazione, mentre gli uomini si fanno trascinare molto di più dal lato erotico. Le relazioni extraconiugali hanno un fascino tutto speciale, tanto che possono diventare una vera e propria droga: donano un’euforia che sfiora quasi il senso di onnipotenza e fanno vedere il mondo a colori più brillanti di quanto non sia mai capitato, nemmeno all’inizio della relazione stabile che si mantiene. Ecco che l’amante, proprio perché è tale, ha una carica erotica incredibile e piace con più intensità rispetto al partner ufficiale.
Ma perché questo accade? Come mai l’amante tende a piacere di più? La motivazione è più che altro psicologica e ha a che fare con il poco tempo che si trascorre insieme al partner non ufficiale. È facile essere “perfetti” quando gli incontri sono rarefatti e durano poche ore, mentre in un rapporto stabile il tempo trascorso insieme è maggiore e diventano evidenti i grandi e piccoli difetti. Per questo la figura dell’amante è sempre avvolta in un’aura positiva, semplicemente perché si tratta di una persona che si ha meno tempo per conoscere.
È innegabile che i rapporti extraconiugali siano più intensi, ma questo avviene perché vengono vissuti in una dimensione di costante “allerta”, tra l’eccitazione e la paura di essere scoperti, tra il brivido del proibito e la paura di perdere l’oggetto del proprio desiderio. È come se ci si trovasse di nuovo in una dimensione adolescenziale dell’amore, tra emozioni intense e volatilità dei sentimenti.
Queste sono le motivazioni per cui i rapporti proibiti sono i più intensi. Ma a lungo andare fanno bene? La risposta è no, in quanto mantenere unioni extraconiugali durature causa danni sia alla stabilità della coppia ufficiale sia allo stesso amante, che può essere travolto da un profondo senso di frustrazione.
Commenti (1) - beppe7262, Isola Di Capo Rizzuto (Calabria)Mi sembra giusto tutto ciò che viene citato. Pero a mio pare va aggiunto un altro elemento il fatto che oggi si passano più ore fuori di casa tra lavoro e faccende casalinghe che con il propio partiner interegendo con molte più persone e potendo paragone il proio partener con altre persone e valutando tutti i pro e i contro che ci possono essere in relazione .