Uno studio realizzato dai ricercatori dell'Università della California, sotto la guida del professore di psicologia Emilio Ferrer ha dimostrato una romantica realtà: il ritmo cardiaco di mariti, mogli e fidanzati è lo stesso.
Questa scoperta incredibilmente romantica è stata ottenuta testando 32 coppie volontarie. I soggetti venivano fatti sedere a circa un metro di distanza, in un ambiente gradevole e rilassante. A tutti era chiesto di mantenere la separazione fisica, e quindi di non toccarsi, e di restare in silenzio. Venivano poi misurati alcuni parametri vitali, come ritmo respiratorio, battito cardiaco e pressione sanguigna.
Il risultato? I cuori di chi si ama, e anche i polmoni, vanno allo stesso ritmo!
Per controllare i risultati e verificarli, i ricercatori hanno effettuato degli scambi di coppia e dopo una prima misurazione hanno provato a variare la posizione della seduta (di fronte, di fianco), ma in nessun caso chi non apparteneva alla coppia risultava avere lo stesso ritmo di respirazione e di battito!
Non è chiaro, da come la notizia è stata divulgata in Italia, se i ricercatori californiani credano che questa sincronia fisica sia un "a priori", una base comune che avrebbe facilitato l'innamoramento di queste coppie o piuttosto un meccanismo di reciproco adattamento - forse entrambe le cose.
In passato sono stati fatti nel mondo altri studi simili, confermando il grande interesse che la fisiologia e la psicologia nutrono nei confronti dell'amore. Questo che abbiamo prima riportato sembra il più stupefacente perché si basa su una sincronicità a distanza, ma non è l'unico studio del genere.
In una ricerca condotta da Pavel Goldstein e pubblicata du Scientific Reports, emerge che quando una coppia unita da un legame romantico si tiene per mano, avvia una sincronizzazione di cuore e respiro. Questo fenomeno si chiama sincronia sociale.
La sincronizzazione dei comportamenti è un fenomeno esistente in natura: pensiamo ai movimenti di molti animali sociali, inclusi i predatori che si spostano in branchi e gli sciami delle lucciole.
Sono meccanismi adattivi molto interessanti e anche utili, si augurano i ricercatori, a scopo terapeutico in senso psicologico e persino fisiologico. Sembra, infatti, che una coppia che si tiene per mano attui, in chi dei due provasse dolore fisico, una sorta di terapia senza farmaci. L'effetto analgesico, calmante dell'altra persona potrebbe dipendere proprio da questa sincronizzazione.
L'obiettivo di Goldstein, infatti, era proprio misurare la reazione al dolore. Il ritmo respiratorio e la percezione del dolore dei soggetti innamorati veniva testata, dunque, in tre condizioni diverse. Nella prima situazione, i due erano nella stessa stanza e potevano prendersi per mano; poi, il contatto era vietato, infine le coppie venivano separate e messe in stanze diverse. Le misurazioni venivano rilevate e poi ripetute con un elemento in più: a uno dei due soggetti era provocato un piccolo dolore al braccio.
La sincronizzazione avveniva dunque, per tutte le ventidue coppie esaminate, sia in presenza che in assenza di dolore, e tutte sperimentavano l'effetto analgesico del contatto.
L'uomo è veramente un animale sociale e l'amore non è altro che una delle più compiute espressioni di questa caratteristica che accomuna tutti.
Ipotizzo, pur senza avere una qualifica scientifica, che simili risultati si avrebbero anche tra madri e figli, tra fratelli o tra grandissimi amici.
Mi viene in mente, guardando questi risultati, che dovremmo fidarci molto di più del nostro corpo: la natura ci ha programmati per dare e ricevere piacere e tenerezza, e nulla di tutto questo si basa sulle parole, ma ha radici in un istinto animale che merita più fiducia e abbandono da parte nostra.