Prima di sondare la questione, diamo un'occhiata al dizionario. Recita Treccani:
gattamòrta (o gatta mòrta) s. f. – Persona che, sotto un aspetto tranquillo e mansueto, nasconde tutt’altro carattere: è proprio una g.; con quel suo fare di gatta morta, e con quelle sue proposizioni sciocche, io l’ho per un dirittone, e per un impiccione (Manzoni); fare la g., ostentare semplicità oppure indifferenza, far finta di non vedere o sapere, per non destare sospetti e riservandosi di agire a proprio vantaggio in un momento più opportuno.
La gatta morta quindi, secondo il dizionario, è già di per sé una persona abbastanza sgradevole. Tuttavia, attorno a questa figura sembra essersi creato una specie di mito femminile che aggiunge altre potenzialmente letali caratteristiche: la gatta morta è una donna che ostenta debolezza, remissività e bisogno di protezione; soffre, soffre tantissimo, però è più brava di voi in tutto, ha fatto il giro del mondo e ha varie banalità da riferire su qualsiasi cosa. La specialità della gatta morta sarebbe fregare fidanzati e mariti sotto il naso di quelle sfortunate delle quali si finge amica.
Il termine gatta morta potrebbe derivare, fra l'altro, dalle favole di Esopo, dove si narra di un gatto che finge di essere morto per far avvicinare e prendere piu` facilmente i topi. Chiarissimo, no?
Facendo un giro su blog e magazines, comunque, incontro riferimenti alla gatta morta solo in articoli scritti da e per le donne. In questi articoli si sostiene che la gatta morta, piacendo moltissimo agli uomini, è un grande pericolo per le coppie.
Il fatto che gli uomini, almeno da quanto si riscontra su internet, non ne parlino affatto, forse non è da addebitare solo a una mancanza di coscienza del problema.
La mia impressione è che la gatta morta sia la concretizzazione di una serie di paure femminili: la paura del confronto con le altre, la paura del tradimento, il rapporto di forze tra uomo e donna che sembra apparentemente vedere vincitrici le più adulatrici e remissive a scapito delle persone di carattere.
I vetusti comandamenti amorosi per le donne propinati da nonne e zie di turno, l'invito alla dissimulazione, alla compiacenza e a pretese infallibili strategie di seduzione per il "povero e ottuso uomo governato solo dall'istinto", a mio parere, sono ciò che ha creato il mito della gatta morta e lo ha fatto sopravvivere negli anni.
C'è una possibilità che la gatta morta attragga, non dico di no: chi è insicuro oppure ha l'istinto del crocerossino può sentirsi attratto, rispettivamente, dalle persone compiacenti oppure da quelle che paventano ingenuità. Ma, sempre girando su siti e blog, la voce maschile mi sembra tutt'altra. Ho la tentazione di esprimermi contro al mito femminile dell'uomo rude, ingenuo e facilmente manipolabile, a meno che detto uomo, il quale cade nella "trappola", non sia un seduttore seriale o un narcisista che non aspettava altro che l'occasione giusta per tradire.
In definitiva: le gatte morte piacciono davvero agli uomini? No, la mia ricerca ha riscontrato il contrario. Gli uomini generalmente sono attratti da altre tipologie di donne, più indipendenti e volitive. Apprezzano l'ingenuità, ma solo quando essa si concretizza in semplicità: la classica donna acqua e sapone e non la gatta morta, il cui identikit comprende mancanza di idee originali, svenevolezza e make up sempre all'avanguardia.
Per cui, donne: dormite sogni un po' più tranquilli!