È possibile che alcuni, a causa della recente crisi o per altre circostanze, abbiano perso il lavoro oppure si trovino in situazioni di stasi più o meno accentuate. Se si è in una relazione di coppia con una persona che, al contrario, sembra avere una vita molto ricca, è più facile di quanto sembri adeguarsi al ritmo di vita dell’altro.
Trovarsi, quindi, a regolare la propria sveglia, la propria cena e le proprie uscite in base agli orari del partner, anche se non si vive insieme.
Niente di male, beninteso: ma facciamo attenzione!
Alcune persone sono attratte esplicitamente da uomini e donne attivi, con una vita sociale e lavorativa molto ricca, e si sentono spinti ad adeguarvisi; perché si percepiscono interiormente meno ricchi, socialmente meno amati, e in pratica meno importanti del partner.
Questo diventa un problema se si finisce, ad esempio, per ritrovarsi a casa soli, bloccati, “in pausa” quando l’altro non è disponibile, con l’unica occupazione di aspettare che lui o lei possa rispondere al telefono o stacchi dal proprio impegno.
Per questo abbiamo detto nel titolo: simbiosi sì, ma non troppo!
Ci sono evidenze scientifiche che, nelle coppie affiatate e anche in via di formazione, il ritmo del cuore e dei polmoni tenda ad uniformarsi; è così anche nei ritmi sonno-veglia, è così nella spasmodica attesa di vedersi quando si è all’inizio della frequentazione, è così nelle reazioni agli stimoli sensoriali e in molto altro.
Ciò che è importante ricordare è che la simbiosi non può e non deve essere completa. Chi, ad ogni nuova relazione, tende a cambiare radicalmente la propria vita, le proprie abitudini e i propri desideri, potrebbe stare trascurando la propria individualità, commettendo un atto di disamore per se stesso.
Perciò, è importante “riempire” il tempo vuoto lasciato dall’altro con stimoli positivi e attività individuali soddisfacenti.
Se siete portati alla simbiosi con il partner, probabilmente avete la stessa caratteristica anche nel resto della vostra vita: tendete quindi a fare gruppo, possedete una innata socievolezza e un forte spirito di adattamento. Sentirsi in comunione con qualcun altro vi rende forti, vi fa sentire adeguati al contesto ed evita le pericolose sensazioni di vuoto e di solitudine che, per vostra natura, probabilmente aborrite.
Quello che possedete, se corrispondete a questa descrizione, è dunque un grande dono, ma perché non diventi una catena dovete ricordare continuamente che il contesto non coincide con voi stessi.
Dedicare dai trenta minuti all’ora al giorno solo per se stessi è un consiglio che viene dato da molti psicologi alle persone conviventi: questo aiuta ad aumentare l’autostima, a potenziare la curiosità e in generale ad evitare il pericolo dell’eccessiva simbiosi. Ciò che molti non considerano è che anche chi vive da solo può trarre beneficio da questa routine. Infatti, si può essere dipendenti da qualcuno anche senza averlo vicino.
Dedicare trenta minuti o un’ora al giorno all’attività fisica, all’apprendimento di una nuova lingua, a un semplice hobby è una banale, ma efficace coccola per se stessi che purtroppo molti faticano a concedersi.
Dedicare del tempo ai vecchi amici, alla famiglia, non lasciar andare i legami preesistenti è altresì un punto al quale fare attenzione se vi sentite a rischio di simbiosi. A volte crederete che questi vecchi legami non vi stimolino più, ma talvolta questo pensiero nasconde solo l’idea che il vostro partner, con i suoi amici e il suo mondo, sia più importante di voi.
E non è così!
Se infine percepite che la vostra vita è davvero povera di stimoli, che siete pigri e depressi per la maggior parte del tempo, di sicuro un partner attivo da seguire come i suoi “primi fan” non sarà la soluzione, a meno che non decidiate di diventare parte attiva, con un peso e un ruolo paritario nei suoi progetti.