Il bisogno di conferme è uno dei "marchi" della dipendenza affettiva. L'amore, si sa, crea incertezza e paura un po' in tutti, ma per qualcuno più fragile e disorientato può tradursi in un attaccamento esagerato, colmo di angosce e di timori. Quell'aderire totale al partner, quell'idealizzazione, quel terrore inconfessabile che si allontani sono parte della dipendenza affettiva e il continuo bisogno di conferme ne è la dimostrazione tangibile.
Quando il bisogno di conferme è molto presente nella mente di una persona, solitamente si tratta di un uomo o una donna con tratti affini alla personalità dipendente. Il motivo per cui si cerca sempre di essere "a posto" per gli altri, continuando a esigere la rassicurazione di questo, si può spiegare con una intensa paura dell'abbandono- vero e proprio flagello per chi in passato ha sperimentato la ferita terribile del non essere amato.
Cos'è una personalità dipendente? È qualcuno che in svariati ambiti della vita - il lavoro, la famiglia, la relazione d'amore - mette gli altri alla guida delle proprie scelte personali, sostituendo il proprio volere a un atteggiamento compiacente che, secondo lui, salvaguarda la relazione e allontana i conflitti. Questa compiacenza si traduce non solo nell'assecondare i desideri degli altri, ma addirittura nell'anticiparli.
Se gli altri, però, non danno direttive? Se non esprimono desideri? Ecco che nel lavoro, se il capo non dà un compito precisissimo, o a casa, se il partner non sa come vuole passare la serata, si precipita nella confusione e nell'ansia.
La personalità dipendente non è una lavagna bianca, non è un sacco vuoto: sa benissimo cosa vuole o non vuole fare, sa se vuole andare al cinema o a ballare, sa quale direzione vorrebbe dare al proprio lavoro senza bisogno che il capo gliela indichi. Il problema è che non riesce a esprimere queste sue inclinazioni perché bloccato da una paura profonda.
A questo si collega il bisogno di sentirsi dire "bravo" al lavoro e quella ricerca di coccole e tenerezza che è quasi disperato nella vita affettiva. La ricerca di conferme aiuta a sedare nel soggetto la paura spaventosa di fare qualche azione che infastidisca gli altri e li spinga ad abbandonarlo.
Purtroppo le conferme continue sono impossibili (oltre che fastidiose per chi si sente costretto a darle) e comunque l'azione-guida svolta dal partner non può essere onnipresente.
E poi, se proprio le aspettative dell’altro non sono compatibili con le proprie, neanche lì è tutto rose e fiori: la persona dipendente dirà sempre di sì, come al solito, ma dentro di sé si ribellerà provando sensazioni di costrizione e di rabbia.
Avrà allora la sensazione che la sua relazione sia in pericolo, per colpa sua. Quest’idea di solito è insostenibile, perché le persone dipendenti la interpretano come un precursore dell’abbandono. Questo le porta a ristabilire velocemente la vicinanza, cercando di nuovo di assimilare e assecondare i desideri del proprio partner.
E così via: una catena infinita.
Spesso questa condizione, quando non è indotta da un partner particolarmente duro e anaffettivo, nasconde un senso di insicurezza profondo che andrebbe affrontato con l'aiuto di una figura professionale adeguata.
Passare la vita con il terrore di far male ed essere abbandonati e con la paura continua di non essere "abbastanza belli", "abbastanza bravi", "abbastanza intelligenti" da prendere decisioni autonome e, eventualmente, portare gli altri con sé, è un vero inferno. Sempre più over 40, in maggioranza donne, presentano questa condizione psicologica che va affrontata al più presto prima che diventi una palla al piede troppo pesante per camminare liberi nel giardino della vita.