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    Significato e origine del termine “coprifuoco”
    Mai come in quest’anno avrai sentito parlare ampiamente di coprifuoco in TV, o letto il termine sui giornali e Internet. Ma perché il coprifuoco si chiama così? Quali sono le origini di questa parola? Scopriamolo insieme

    Se ti stai chiedendo cosa significhi la parola “coprifuoco”, sappi che è un termine utilizzato per indicare un divieto di circolazione da parte della popolazione circoscritto ad un orario serale/notturno.

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    Il coprifuoco è un ordine imposto solitamente dalle autorità statali e/o militari a tutti i civili e a tutti coloro che non hanno un determinato permesso rilasciato dalle autorità, consistente nell'obbligo di restare nelle proprie abitazioni durante le ore notturne. Nel gergo giovanile il coprifuoco è quello imposto dai genitori/tutori per indicare l’orario di rientro a casa.

    Ma perché il divieto di circolare durante le ore notturne si chiama così? Cosa c'entra il fuoco? E perché il "coprire"? Innanzitutto, il divieto di uscire durante le ore della sera e della notte per motivi di ordine pubblico deriva il proprio nome da un'usanza medioevale. Questa prevedeva che, a una determinata ora della sera, il rintocco di una campana o lo squillo di una tromba segnalasse agli abitanti di una città l'obbligo di soffocare il fuoco sotto la cenere (il modo più semplice per spegnere il fuoco senza generare fumo) come precauzione per evitare incendi accidentali. Allo stesso modo, in età moderna, poteva scattare l'ordine di rientrare tutti a casa dopo una certa ora. E’ stato utilizzato durante le guerre, per esempio nel caso di rischio di bombardamenti e non necessariamente di notte e ancora oggi viene impiegato quando per motivi di ordine pubblico, le autorità dispongono che chiunque non abbia un permesso, sia tenuto a rimanere nella propria abitazione per non incorrere in sanzioni. Dopo l'orario di inizio del coprifuoco, i civili e coloro che non sono autorizzati devono ritirarsi nelle loro abitazioni. In caso di trasgressione vengono applicate delle sanzioni secondo le norme militari o civili. Alla fine del periodo di coprifuoco tutto torna alla normalità.

    Come ormai tutti sappiamo, attualmente è stato adottato un coprifuoco sanitario: questa misura è stata impiegata per la prima volta nell'autunno del 2020 da alcuni Paesi europei, compresa l'Italia, in occasione della grave pandemia della malattia COVID-19 tuttora in corso, allo scopo di limitare i contagi evitando contatti tra persone al di fuori degli ambienti lavorativi. E' stato imposto l'obbligo che tutte le attività chiudano entro un orario prestabilito e che, nella fascia oraria notturna, i cittadini rimangano nelle proprie abitazioni, spostandosi solo per seri motivi lavorativi o di salute.

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    A differenza del coprifuoco militare, non è necessario spegnere le luci o adottare comportamenti straordinari mentre si è in casa. La durata e le modalità di questo tipo di coprifuoco sono stabilite dagli enti statali, che, insieme a tecnici ed esperti del settore sanitario, possono decidere se mantenerlo, rimuoverlo oppure attuare misure più restrittive, ad esempio dei lockdown su scala locale o nazionale.

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    1. livi0, Torre A Mare (Puglia)
      La specie umana ha creato un bioma globale che per ogni virus rappresenta uno splendido ambiente di sviluppo. Se ci pensate siamo come un gigantesco allevamento di visoni dove un'epidemia può svilupparsi molto velocemente sia per l'elevata densità di popolazione di molte zone della terra, sia per la facilità di mobilità che abbiamo raggiunto che favorisce una rapida diffusione del contagio. Non capire che le nostre abitudini in futuro dovranno cambiare è come ballare spensierati sul Titanic. Stiamo combattendo una battaglia contro una specie molto più antica di noi che ci sopravviverà se non ci assumiamo le nostre responsabilità di specie. La ricerca di un compromesso fra mitigazione del rischio di contagio e una normalità di vita richiede necessariamente un periodo di messa a punto delle misure di contenimento dell'infezione ed adattamento dei nostri comportamenti. Purtroppo il virus spesso uccide i più deboli e non i più stupidi.
    2. donnanna56, Taranto (Puglia)
      Secondo me, hanno sbagliato sin dall'inizio, essendoci una pandemia che si spargeva a macchia d'olio, avrebbero dovuto chiudere tutte le entrate e uscite in Italia, poi chiudere le regioni ognuno nella propria,, certo sarebbe stato un grosso sacrificio non poter vedere i propri cari da una regione all'altra pur vicina, ma sarebbe stato utile, invece ,,,, un po' si chiude, un po' si apre hanno agito da ballerini invece cosi' restando ognuno nella propria regione i contagi sarebbero stati molto meno, certo sacrificandoci. Se poi in regione c'era una citta e province con contagi chiudevano quella citta' e province ne entrare ne uscire, per spese di prima necessita' nelle province si poteva comprare, senza girare per altri pesi e citta' certo c'è il problema di spostamento per lavorino, oppure visite mediche, avrebbero messo piu' controlli, cosi' facendo ripeto con sacrificio un po' di risultato migliore ci sarebbe stato hanno pensato all'economia e non a tanta gente che moriva ogni giorno
    3. mynameisfrancesco, Trento (Trentino-Alto Adige)
      Sembra un sogno che non avremmo mai sognato di sognare...
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