La parola inglese “queer” ha delle origini abbastanza remote: nasce nel sedicesimo secolo con il significato di “strano, bizzarro, eccentrico”. Solo a partire dal ventesimo secolo, però, questo termine ha iniziato ad essere associato all’orientamento e al comportamento sessuale. Dalla metà del ‘900, infatti, la parola “queer” inizia ad essere utilizzata come insulto omofobo, rivolto dagli etero a chiunque non si conformasse al loro codice sessuale: principalmente omosessuali e transessuali.
Ma come spesso accade in casi simili, l’insulto rivolto a una minoranza diventa il vessillo della minoranza stessa: ecco così che l’intero movimento LGBT iniziò a dichiararsi orgogliosamente “Queer”.
La doppia origine di questa parola fa sì che ancora oggi alcune persone rifiutino di definirsi Queer, dato che l’aura negativa legata al termine non sembra essere ancora del tutto sparita nella società civile (per fare un’equivalenza con l’italiano, pensiamo ai termini “checca” o “frocio”). Viceversa, l’emergere di una “Queer culture” sempre più definita ha l’obiettivo, tra gli altri, di cancellare per sempre la valenza insultante legata a questo termine.
Ma qual è oggi il significato di Queer come parte della sigla estesa del movimento LGBTQIA+? Perché questo termine non è confluito in altre definizioni come ad esempio quella di gay, lesbica, transessuale, asessuale, bisessuale, intersessuale? Di fatto, oggi, Queer è un cosiddetto termine-ombrello che non definisce esattamente un tipo di orientamento sessuale o un determinato approccio ai generi biologici, ma viene adottato da chiunque voglia rimarcare la propria originalità rispetto agli orientamenti sessuali e di genere prestabiliti.
Insomma: essere Queer significa sentirsi e riconoscersi diverso o diversa da quelle che sono le “etichette” tradizionali. Ora comprendiamo perché questo termine sia così difficile da definire, utilizzare e persino comprendere: si tratta di una definizione del tutto personale e intima. Perciò, chiunque si senta stretto nella definizione di uomo o donna, etero o omosessuale, può riconoscersi come Queer ed entrare, con il suo personale apporto, a fare parte del movimento LGBTQUIA+ portando avanti la battaglia per il diritto a una società più equa e rispettosa delle diversità sessuali.
Essendo un termine “intimo”, chi si sente e si dichiara Queer può utilizzare questo termine qualsiasi sia il suo orientamento e il suo approccio ai generi, anche per proteggere se stesso o per non rivelare dettagli che sente essere troppo personali. Oppure, questo termine può essere utilizzato in modo “provocatorio” per dichiarare il proprio dissenso a una definizione a camere stagne degli orientamenti romantici e sessuali. Quando è utilizzato in sede di dibattito politico, il termine Queer può essere utilizzato dagli attivisti con l’intento di difendere la causa di tutti coloro che non si conformino alle vecchie norme della società omofoba e patriarcale e ha perciò un significato inclusivo e progressista.
Anche se la definizione di Queer resta per sua natura sfuggente, speriamo di aver chiarito con questo breve articolo perché alcune persone gay, bisessuali, trans ma anche eterosessuali preferiscano utilizzare la parola Queer, piuttosto che altre, per definire e presentare se stesse.