Uno studio universitario californiano ha confrontato recentemente la qualità delle interazioni tra i partner di coppie omo ed etero. Il risultato ha evidenziato che i rapporti sono più soddisfacenti tra le prime: emozioni positive, comunicazione più diretta ed efficace e maggiore apprezzamento da parte dei partner delle reciproche differenze.
Gli autori dello studio ipotizzano che ciò sia dovuto alla maggiore somiglianza tra i partner, che condividono l'identità di genere oltre che ruoli più paritari: non vi è insomma il problema della disparità tra maschio e femmina, imposta dalla cultura, che è spesso fonte di tensione nelle coppie etero.
L’amore non basta per far funzionare una relazione, le difficoltà sono tante, qualunque sia il nostro orientamento, ma che cosa cambia quando ad amarsi sono due donne o due uomini?
Alan Downs, psicoanalista statunitense, nel suo libro La Rabbia Strisciante descrive alcuni motivi che contribuiscono a un certo malessere negli omosessuali, soprattutto maschi, nella loro vita amorosa. Lo stato psichico adulto sottende una rabbia permanente in particolare in alcuni di loro. Se l’interesse “fisico” può caratterizzare prevalentemente l’omosessualità maschile, l’intimità e gli affetti teneri caratterizza invece quella femminile.
Queste considerazioni possono fare da sfondo alle situazioni di coppia, ma non vanno considerate assolute, perché gli amori tra persone dello stesso genere sono da un punto di vista psicologico e sociologico, assai complessi.
In generale, la sofferenza in amore è spesso più presente tra due uomini che tra uomo e donna. La ragione di questa insoddisfazione va ricercata nel rapporto con la figura paterna, in particolare nel fatto che molti giovani maschi omosessuali percepiscano il padre come profondamente deluso e arrabbiato per aver fatto nascere un figlio “difettoso”.
Si tratta di un vissuto che non sempre corrisponde nei fatti alla realtà sociale del giudizio del genitore. I figli stessi sono però fortemente frustrati, perché si sentono responsabili di una scelta che mette in crisi a livello profondo l’immagine di se stessi e della loro identità ed è come se si sentissero immeritevoli e illegittimi.
I gay, inoltre, si sentono spesso “perseguitati” dalla morale e dai i costumi storici della società. Nella coppia maschile può accadere di unirsi per un bisogno urgente di complicità, per non sentirsi troppo soli o in colpa per aver trasgredito o essere “in difetto”. I maschi tendono ad avere un numero elevato di partner per compensare l’angoscia, l’abbattimento morale o la depressione.
Per le donne il discorso è diverso. Forse alcune di esse hanno percepito sin dalla nascita difficoltà relazionali con il padre, troppo castrante, maschilista e irrispettoso verso la figura femminile; di conseguenza, le esperienze omosessuali possono rappresentare un’alternativa, anche ad esperienze etero deludenti.
La figura materna al tempo stesso può essere percepita come fragile, passiva, comunque non di aiuto a costruire un’immagine di sé che sappia affrontare adeguatamente alcune difficoltà. Le amiche, invece, sono spesso vissute come complici e così lo saranno dopo alcune esperienze, complici anche nell’intimità.
Come sono le relazioni affettive? Per molti maschi i rapporti amorosi sono effimeri e superficiali e gli uomini tendono a “sessualizzare” ogni relazione, si vergognano di essere dipendenti da un solo amore e per questo con facilità sfuggono ai contatti di affettività dolce. Inoltre, gli uomini sono più chiusi e competitivi, nascondendo quelle che considerano tenerezze come indice di debolezza. Le donne, invece, tendono a esprimere maggiormente la loro affettività. Per esse, inoltre, la relazione è basata sulla consapevolezza che l’unione fa la forza.
Da un punto di vista socioculturale l’omosessualità femminile è più accettata perché sin dall’antichità la letteratura sulle fanciulle contemplava che le bambine si coccolassero a vicenda, destando poco scalpore nella società greco-latina. Gli uomini poi sono eccitati dalle lesbiche e raramente avviene il contrario.
Tuttavia, nonostante i notevoli progressi degli ultimi anni, l’omofobia è ancora molto forte a tutti i livelli sociali. Tutto questo si traduce in una grande difficoltà per l’adolescente omo che non trova modelli positivi di riferimento, per l’adulto che affronta ogni giorno i diversi problemi professionali, sociali e personali dovuti all’omofobia. Inoltre, avviene di frequente che parte di questi messaggi negativi vengano interiorizzati dall’individuo, causandogli delle ulteriori difficoltà nel vivere serenamente la propria vita.