È possibile non provare mai soddisfazione e anzi, trovarsi sempre contornati da un’aura di tristezza? Sì: chiedetelo agli insoddisfatti cronici! Queste persone, per quanti successi abbiano ottenuto nella loro vita personale, lavorativa e affettiva provano costantemente un senso di vuoto, sentono insomma di non avere tutto ciò di cui necessiterebbero per essere felici e ne fanno motivo di continuo disagio.
Ma perché avviene questo? Perché alcune persone non riescono mai a sentirsi appagate? Il motivo è da ricercare in parte nella società contemporanea e nell’educazione ricevuta, in parte nel carattere individuale.
Viviamo in un’epoca in cui si esalta la capacità di raggiungere il successo ed essere popolari. Se duecento anni fa, poniamo, il massimo risultato per un uomo significava avere ottenuto un buon impiego, aver costruito una grande casa e avere cinque o sei figli, oggi le cose sono ben diverse. Oggi, per essere considerate persone di successo, è fondamentale godere di una vera e propria fama, conquistata nella vita reale oppure sui social. Così, anche chi ha un bel lavoro, una bella casa e magari una bella famiglia si sente comunque manchevole, incompleto.
Scendendo nel profondo, però, vediamo che chi si sente perennemente insoddisfatto ha quasi sempre problemi di autostima e nella maggior parte dei casi ha avuto un’educazione familiare piuttosto rigida, orientata a farlo primeggiare sugli altri. Quello che è stato in passato un bambino costantemente spinto a eccellere, sarà probabilmente un adulto continuamente in cerca dell’approvazione altrui e mai soddisfatto delle lodi o dei premi che ha ricevuto.
Quali sono i principali “sintomi” dell’insoddisfazione cronica? Come riconoscerla in voi stessi o negli altri? Ecco alcuni segnali chiave:
Se ti sei riconosciuto in questo ritratto, non farti prendere dal panico: l’insoddisfazione non è necessariamente qualcosa di negativo e diventa tale solo quando ti rendi conto che l’ossessione del risultato sta avvelenando la tua vita privandola della sua bellezza. Un’insoddisfazione moderata, anche quando è permanente, potrebbe portarti effettivamente a raggiungere risultati migliori nel tuo lavoro e, in generale, nella tua vita: a patto di sapere quando è il caso di darti una pacca sulla spalla e di fermarti.
Se il tuo malessere per gli obiettivi mancati è troppo forte ed è sfociato, ora o in passato, in momenti di depressione, malesseri psicosomatici o problemi relazionali, allora è il caso di intervenire per migliorare la tua condizione. Come? Prima di tutto, con la psicoterapia; in secondo luogo, imparando a conoscere ed evitare gli ambienti tossici che incoraggiano una competitività esasperata; in terzo luogo, circondandoti di persone in grado di farti sentire profondamente amato e accettato, cosa che potrebbe esserti mancata in passato. Sapere che là fuori c’è qualcuno che ti ammira e ti apprezza esattamente come sei potrebbe darti una gran mano per superare questo disagio.