Alla base del concetto del living apart together c’è una netta separazione degli spazi, non solo fisici. Già, non stiamo parlando di quelle coppie di fidanzati che sono troppo giovani o economicamente “instabili” per andare a convivere: parliamo di persone che, di comune accordo, decidono di amarsi ma di non condividere la vita quotidiana.
La cosa sorprendente è che per quanto sia ben chiaro che vivere con un partner possa essere un’esperienza fantastica, il fenomeno è in aumento e recenti ricerche suggeriscono che i benefici di questa relazione siano più che significativi.
In primo luogo, diventare una coppia lat può essere un modo per migliorare la novità o l’eccitazione in una relazione. Col passare del tempo, infatti, può essere facile per le coppie a lungo termine cadere in una routine pericolosa: i partner hanno meno tempo da trascorrere insieme quindi, devono effettivamente pianificare e organizzarsi, scegliendo come, quando e quanto stare insieme prima di tornare ognuno a casa sua.
Quello tra queste coppie si definisce un accordo “opt-out”, ovvero di rinuncia consenziente alla vita insieme in virtù di nuovi sentimenti e rinnovate passioni da condividere. A quanto pare, almeno per il momento, le coppie lat sono molto soddisfatte. Ma qual è la ragione?
Il motivo di questa scelta sembra essere principalmente l’indipendenza, l’importanza cioè di mantenere il proprio spazio.
Vivere da soli, infatti, sembra essere un modo per evitare di cambiare le proprie abitudini e la propria quotidianità, optando per un compromesso assai rivoluzionario.
Se tra gli aspetti positivi figura un minor pericolo di cadere nella noia, dall’altra parte però i rischi economici sembrano essere importanti. Il fenomeno delle coppie LAT presuppone che esse possano gestire due abitazioni diverse, senza la possibilità di condividere la spesa.
Dal punto di vista psicologico invece, il rischio è quello di creare una società poco capace di relazionarsi condividendo le proprie abitudini, aumentando la solitudine.
Secondo la psicoterapeuta Lucy Beresford, autrice del libro “Happy Relationships”, questo modo di vivere la coppia renderebbe le relazioni più felici e durature.
Generalmente si tratta di persone abituate a stare bene anche da sole; quindi, di solito il loro è un legame più consapevole e maturo.
Le persone che prediligono tale opzione hanno quasi sempre più di 30-40 anni, appartengono ad un ceto sociale medio-alto, per cui non hanno particolari difficoltà economiche nel mantenere due abitazioni differenti. Lo stile di vita è molto attivo e, oltre ad un lavoro soddisfacente, contempla un buon numero di amici, interessi e situazioni da vivere non necessariamente insieme al partner. In alcuni casi non hanno sperimentato convivenze precedenti. In altri, scelgono questa modalità proprio per non ripetere gli stessi meccanismi affettivi e di coppia della precedente relazione. Ciò succede soprattutto quando ci sono figli, avuti dagli ex partner, ai quali si tende a non imporre nuove figure adulte in casa.
Oggi la mentalità è molto diversa. Le ragioni del fenomeno delle coppie Lat, in auge soprattutto nelle grandi città, sono diverse. La prima è la consapevolezza di poter ambire alla libertà personale senza indebolire la relazione. Gioca un ruolo fondamentale anche l’emancipazione femminile: sempre più donne lavorano e hanno un’indipendenza economica e psicologica che le porta a programmare la vita in autonomia. Inoltre, sono cambiati gli schemi sociali.
A fronte di una non condivisione della quotidianità, sono parecchi i punti a favore di questa scelta, anche se da soli non garantiscono la riuscita del ménage di coppia. Prima di tutto una coppia Lat non rischia di cadere nella routine, poiché ci si incontra solo quando lo si desidera davvero, e non solo perché si condivide un domicilio. Non abitare sempre lo stesso spazio, ma limitarsi a farlo solo per brevi periodi, diminuisce le possibilità di entrare in conflitto. Non discutere di mutui, bollette o incombenze varie evita, infatti, che fattori esterni possano influenzare l’evolversi del sentimento. A tutti capita di litigare, ma anche in questo caso la riappacificazione è più consapevole. Avendo abitazioni diverse, il chiarimento avviene quando lo si desidera veramente, e per il solo bene della coppia.
Dal punto di vista sessuale sembrano non esserci dubbi: vivere separati è meglio. Chi condivide lo stesso tetto sa che potenzialmente ogni giorno può avere rapporti sessuali. Questo però non significa che li abbia realmente, anzi. Dopo i primi periodi di relazione la frequenza dei rapporti va quasi sempre diminuendo. Incontrandosi meno spesso, invece, il desiderio tende a rimanere alto più a lungo nel tempo e ad assicurare, quindi, rapporti più frequenti e coinvolgenti. Tutto ciò a patto che gli incontri sotto le lenzuola dei week end non diventino un appuntamento fisso scandito dal calendario e carico di aspettative che, al contrario, farebbe cadere la libido.
Chi pensa che scegliere l’opzione Lat significhi fuggire dalle responsabilità si sbaglia. In realtà è un modo semplicistico di analizzare la vicenda. Se i partner la vivono serenamente e accettano le dinamiche che essa comporta non sono superficiali, ma hanno semplicemente un modo diverso di intendere la coppia.