I social network fanno parte della vita quotidiana di quasi tutti noi ed è innegabile che abbiano molte qualità positive: ci aiutano a tenerci in contatto con amici e parenti lontani, ci permettono di esprimerci e di pubblicizzare la nostra attività, ci consentono di restare aggiornati sulle ultime news e sui dibattiti correnti prima ancora di aver guardato il telegiornale… e molto altro ancora!
Purtroppo, secondo i medici, gli psicologi e persino la stessa Meta (azienda proprietaria di Instagram e Facebook) i social network non fanno poi così bene alla salute mentale degli utenti. Meta ha di recente commissionato una ricerca “esterna” sugli effetti dei propri servizi sugli adolescenti e ha riscontrato un’amara verità: l’uso dei social peggiora la percezione dell’immagine corporea in una ragazza su tre, portando chi soffre di disturbi dell’alimentazione a stare sempre peggio.
Un altro problema risaputo, e che stavolta coinvolge persone di ogni età, riguarda il rapporto tra uso dei social e autostima. Chi utilizza spesso Facebook, Instagram o Tiktok viene bombardato di continuo da messaggi fuorvianti riguardo alla vita altrui, la quale tende ad apparire “dorata” e felice al contrario della propria. Naturalmente, questa non è la verità, ma è piuttosto una rappresentazione distorta dal medium e dai suoi codici espressivi. In ogni caso, un continuo mettersi a paragone con la bellezza, i successi e le esperienze dei propri “amici” rischia di generare una forte frustrazione e di determinare un abbassamento dell’autostima.
Anche i like, il meccanismo di ricompensa dei social, creano dipendenza: lo spiega Tim Bono in un libro dal titolo eloquente, “i like non sono abbastanza”.
Infine, i social network sono una vera e propria macchina mangia-tempo. Chi utilizza queste piattaforme è spinto a passare sempre più tempo online, perché più si è attivi più si ricevono notifiche, e tende di conseguenza a divenire meno produttivo. Questo origina una sorta di paradosso perché i social, di fatto, dovrebbero spingere le persone ad aumentare la propria “efficienza” al lavoro e nella vita, così da poter postare contenuti che inneschino il processo di gratificazione trainato dai like. L’uso eccessivo di internet rende più difficile, e questo è il paradosso, il raggiungimento degli obiettivi che le piattaforme social prefiggerebbero ai loro utenti.
Per tutti questi motivi, si è iniziato a parlare di social-detox: una sorta di auto terapia basata sull’astensione dai social quando ci si rende conto che il loro utilizzo si è fatto eccessivo. Mettersi in pausa dall’attività online per un mese o due può essere difficile, ma secondo la psicologa Kina Wolfenstein può rivelarsi molto utile. I momenti offline, infatti, permettono di dedicare più tempo alla cura di sé e all’inseguimento dei propri desideri, senza lasciarsi imbrigliare dalle “false piste” offerte dal paragone continuo con gli altri.
Il social-detox è un periodo che fa bene concedersi ogni tanto; ciononostante sarebbe sbagliato demonizzare Facebook, Instagram e Tiktok, dato che sono strumenti davvero utili per la vita moderna oltre ad essere piacevoli e divertenti. La parola chiave, come sempre, è “equilibrio”.