Non è raro incontrare coppie composte da partner che hanno dieci o vent’anni di differenza. Nonostante le relazioni intergenerazionali siano piuttosto frequenti, ancora in molti si chiedono se possano realmente funzionare e se le dinamiche che le governano siano diverse rispetto a quelle che regnano nelle coppie più omogenee per età. Vediamo di rispondere a queste domande, anche se ogni caso è diverso.
Vale la pena prima di tutto chiedersi cosa spinge il partner più “anziano” a interessarsi a persone più piccole: in molti credono che a pesare sia la maggiore avvenenza fisica attribuita ai giovani, ma in realtà pesano soprattutto questioni di carattere psicologico. In un partner di età inferiore si cercano infatti, di norma, quella freschezza e quell’energia positiva delle quali ci si sente carenti. Provare attrazione per persone più piccole è legittimo e naturale, ma sembra che sia un po’ più frequente dopo una rottura: la giovinezza dell’altro sembra promettere un rinnovamento interiore, un “ringiovanimento” e dunque un recupero della serenità e della gioia di vivere andate perse dopo una storia monotona e infelice.
Dall’altro lato, il partner giovane può vedere in quello più anziano una figura di riferimento in grado di sostituire (inconsciamente) quella del genitore: le persone molto giovani vedono in questo tipo di relazioni una possibile tappa per la crescita e per la conquista dell’autonomia. Il partner più adulto è infatti visto come una figura rassicurante da un lato (proprio perché fa le veci del genitore) ed “emancipatrice” dall’altro (perché apre le porte del mondo dei “grandi”). Ad attrarre possono essere anche, naturalmente, la maturità e l’esperienza percepite nell’altro, che in virtù dell’età appare più solido e stabile.
Le relazioni intergenerazionali più frequenti vedono la presenza di una donna più giovane e di un uomo più grande, ma il fenomeno è “unisex” e non sono rare le coppie in cui è lei ad avere un’età maggiore. Ma queste coppie, alla lunga, possono funzionare?
Ovviamente sì, anche se rispetto alle coppie più omogenee per età le sfide che devono affrontare sono a volte un po’ più complesse. La differenza di età può comportare dei bisogni differenti che possono non combaciare perfettamente: un caso tipico può essere quello del partner “anziano” che desidera un figlio mentre l’altro no; oppure del giovane che vorrebbe prendere scelte di vita o professionali che comportano grandi cambiamenti mentre l’altro cerca la stabilità. Oggettivamente, comunque, una differenza di vedute e di aspirazioni è riscontrabile anche nelle coppie della stessa età, anche se forse con minore frequenza: non si tratta di un problema che implica necessariamente la rottura del patto d’amore.
Un altro problema, più legato alla fase iniziale del rapporto, può essere la mancata accettazione del partner da parte della propria cerchia sociale. Infatti, per quanto molte cose che avrebbero fatto storcere la bocca alle nostre nonne siano ormai normalizzate, persiste ancora una cattiva considerazione delle coppie intergenerazionali: il più giovane, in particolare, viene visto spesso come un profittatore in cerca di denaro (specialmente se il partner ha una buona posizione) mentre il più grande è visto come una persona debole e con carenze. Questi stereotipi, duri a morire, possono contribuire a gettare un’aura di incertezza sul rapporto: l’incoraggiamento della nostra rete sociale, infatti, incide sempre sulla felicità delle relazioni sentimentali che intessiamo.
Ricordiamo però che le coppie intergenerazionali funzionano esattamente come le altre, con i pregi e i difetti di tutte: lo scoglio dell’età sembra essere, quando la relazione si stabilizza, un falso problema. Anzi, le difficoltà supplementari che queste coppie devono affrontare per vedere riconosciuto il loro amore può contribuire ad aumentare l’affiatamento reciproco.