Esposto nelle celebrazioni ufficiali e osannato nelle manifestazioni sportive, il Tricolore fa parte della nostra cultura da secoli ma la sua origine non va collocata nel 1861, anno dell’Unità d’Italia, bensì nel 1796, quando vide la luce la Repubblica Cispadana, comprendente alcuni territori dell'attuale Emilia Romagna in cui, su proposta del deputato Giuseppe Compagnoni, si decretò che si rendesse “universale lo Stendardo o Bandiera Cispadana di tre colori, Verde, Bianco e Rosso”, da utilizzare anche “nella Coccarda Cispadana, la quale debba portarsi da tutti”.
Ma perché furono scelti proprio questi colori? Sull'argomento si è molto discusso e le suggestioni arrivano anche dalla poesia. «Il verde per la speme tant’anni pasciuta, il rosso la gioia d’averla compiuta, il bianco la fede fraterna d’amor» suggerisce Berchet, ma Dall’Ongaro risponde: «I tre colori della tua bandiera non son tre regni ma l’Italia intera: il bianco l’Alpi, il rosso i due vulcani, il verde l’erba dei lombardi piani». Carducci, dal canto suo commenta: «le nevi delle alpi, l'aprile delle valli, le fiamme dei vulcani. E subito quei colori parlarono alle anime generose e gentili, con le ispirazioni e gli effetti delle virtù onde la patria sta e si augusta: il bianco, la fede alle idee che fanno divina l'anima; il verde, la perpetua rifioritura della speranza; il rosso, la passione ed il sangue dei martiri e degli eroi.»
Altre fonti, molto meno poeticamente sostengono invece che i tre colori derivino essenzialmente da una mera copia della bandiera francese, a cui si è sostituito il verde con il blu. Quello di Francia, nato durante la Rivoluzione francese, univa il bianco, colore della monarchia deposta, al rosso e al blu, i colori di Parigi.
Molte ipotesi e nulla di certo, se non la derivazione proprio francese della struttura della bandiera: probabilmente un modo per auspicare che gli ideali di libertà, uguaglianza e fratellanza trovassero terreno fertile anche nella nostra penisola. Certo è che bisognerà aspettare la fine della Seconda Guerra Mondiale affinché il tricolore si affermasse per come lo conosciamo oggi. Se, infatti, la Restaurazione soffocò e dimenticò il vessillo della nostra penisola, la proclamazione del Regno d'Italia vide una ripresa dello stendardo a cui si andò ad aggiungere lo stemma della corona reale sabauda. Fu il 27 dicembre del 1947 il giorno in cui il Tricolore venne fissato come bandiera nazionale.
Nei tre decenni che seguirono il Congresso di Vienna, il vessillo tricolore fu soffocato dalla Restaurazione, anche se continuò ad essere innalzato, quale emblema di libertà, nei moti del 1831, nelle rivolte mazziniane, nella disperata impresa dei fratelli Bandiera, nelle sollevazioni negli Stati della Chiesa. Dovunque in Italia, il bianco, il rosso e il verde esprimevano una comune speranza, che accendeva gli entusiasmi e ispirava i poeti: "Raccolgaci un'unica bandiera, una speme", scrive, nel 1847, Goffredo Mameli nel suo Canto degli Italiani, e quando si dischiuse la stagione del '48 e della concessione delle Costituzioni, quella bandiera divenne il simbolo di una riscossa ormai nazionale, da Milano a Venezia, da Roma a Palermo.
Il 14 marzo 1861 venne proclamato il Regno d'Italia e la sua bandiera continuò ad essere, per consuetudine, quella della Prima Guerra d'Indipendenza, ma la mancanza di una apposita legge al riguardo - emanata soltanto per gli stendardi militari - portò alla realizzazione di vessilli di foggia diversa dall'originaria, spesso addirittura arbitrarie.
Soltanto nel 1925 si definirono ufficialmente i modelli della bandiera nazionale e della bandiera di Stato. Quest'ultima, da usarsi nelle residenze dei sovrani, nelle sedi parlamentari, negli uffici e nelle rappresentanze diplomatiche, avrebbe aggiunto allo stemma la corona reale.
Dopo la nascita della Repubblica, il 2 giugno 1946, un decreto legislativo presidenziale del 19 giugno 1946 stabilì la foggia provvisoria della nuova bandiera, confermata dall'Assemblea Costituente nella seduta del 24 marzo 1947 e inserita all'articolo 12 della nostra Carta Costituzionale. Perfino dall'arido linguaggio del verbale possiamo cogliere tutta l'emozione di quel momento in cui si decretò che “la bandiera della Repubblica fosse il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a bande verticali e di eguali dimensioni". Sarà approvata. L'Assemblea e il pubblico delle tribune si levarono in piedi, tra vivissimi, generali e prolungati applausi.