La fatica e la stanchezza fanno parte della vita di tutti: sono segnali da parte del corpo che è ora di fermarsi e riposarsi e per questo sono fondamentali nella regolazione dei nostri ritmi interni, fisici e psichici. Sono molti i fattori che possono scatenare la stanchezza: uno sforzo, ad esempio, ma anche un cambiamento meteorologico, stagionale, ormonale, una forte emozione, un momento di stress. Di norma, per recuperare, è sufficiente il riposo. Come mai però, in alcuni periodi, ci si sente addirittura più stanchi dopo aver dormito?
La continua sensazione di stanchezza non va sottovalutata e, se si protrae troppo a lungo, è sempre bene rivolgersi a un medico: può trattarsi, infatti, di un sintomo rivelatore di varie condizioni patologiche. È però altrettanto frequente che ci si senta stanchi senza essere malati: di che si tratta in questo caso?
Sembra una leggenda, ma è vero che anche le emozioni stancano. Quando una persona è totalmente trasportata da un flusso costante di preoccupazioni, ansie, paure, pensieri negativi, consuma una gran quantità di energia e di conseguenza si sente affaticata. Le persone depresse, che rappresentano la punta estrema di questo fenomeno, sono caratterizzate infatti da bassi livelli di energia.
Senza arrivare a una condizione di depressione, possiamo sperimentare una stanchezza “cronica” quando viviamo una vita frustrante, nella quale i risultati sembrano sempre sfuggire, nella quale siamo sottoposti a uno stress esagerato o ci dedichiamo ad attività che non ci entusiasmano affatto. Mettiamo così la nostra sfera razionale in conflitto con quella emotiva, che è destinata a venire regolarmente calpestata. Questa passività emotiva ci fa sentire vuoti, soli, tristi e senza obiettivi che valga la pena di impegnarsi per raggiungere. In questo caso la stanchezza non è segno che dobbiamo riposarci (il sonno rappresenta una fuga dalla realtà) ma che dobbiamo al contrario prendere in mano le redini del gioco e cambiare qualcosa, attivandoci per valorizzare finalmente le nostre emozioni.
Chi è più esposto alla “finta stanchezza” che maschera in realtà una frustrazione emotiva? Di sicuro, le persone perfezioniste e quelle particolarmente inclini a somatizzare i disagi interiori. Le prime sono solite porsi obiettivi alti, talvolta irrealistici, subendo fortemente i contraccolpi di un eventuale fallimento; le seconde tendono ad ascoltarsi troppo poco e hanno bisogno che un disagio fisico ricordi loro di prendersi cura della propria anima. Alcune persone, ancora, si identificano nel ruolo di “stanco cronico” perché non sentono di poter migliorare la propria condizione e hanno scarsa fiducia in se stessi, e allora preferiscono affidarsi a un’immagine di debolezza per essere finalmente visti e riconosciuti dagli altri. Ma la buona notizia è che, diventando coscienti di ciò che la mente ci sta suggerendo, potremo cambiare in meglio la nostra vita!
Il corpo non è un nostro nemico, tutt’altro: quando si sente stanco e affaticato, o addirittura malato, senza un motivo organico, non sta mentendo, ci sta semplicemente suggerendo che c’è qualcosa contro cui vale la pena lottare, tanto quanto varrebbe la pena di prendere una medicina contro un batterio. Il “batterio”, in questo caso, è rappresentato da una vita che non rende giustizia alle nostre incredibili doti, al nostro bisogno di entusiasmo e d’amore.