Lo Shibari, o Kinbaku, è una pratica erotica di derivazione giapponese che, come tante tradizioni del Sol Levante, ha anche una forte componente artistica. Si tratta di legare il corpo dell’amato/a con delle corde creando diversi tipi di intreccio, a terra ma anche in sospensione. Non è un mistero che tanti uomini e donne apprezzino il senso di dominazione, ma anche di sicurezza che la costrizione del corpo comunica: chi si trova stretto nelle corde demanda interamente al partner la gestione del rapporto e anche la propria sicurezza. Prima di addentrarci nella storia dello Shibari, diciamo subito che si tratta di una tecnica raffinata e complicata che non può mai essere improvvisata. Imparare l’arte del legare è un percorso che può anche essere lungo, perché i rischi di una legatura mal fatta possono essere importanti.
Lo Shibari è una tecnica moderna, e non tanto antica come potrebbe sembrare: le sue origini come tecnica amatoria si collocano, all’incirca, tra la fine dell’800 e l’inizio del 900. Ma l’humus culturale in cui affonda questa tecnica è antichissimo e riguarda la venerazione che i giapponesi portano per l’ordine e la bellezza, in ogni campo. Nel Sol Levante, ogni attività umana è una forma di meditazione e deve avere come fine l’armonia: è così per la cerimonia del tè, ma anche per l’arte di comporre fiori, e infine per le arti dell’amore e della guerra.
Non è un caso che le legature Shibari siano, prima di tutto, una forma d’arte: sia in Giappone che, più recentemente, in Italia, l’arte di creare intrecci di corde intorno ai corpi è una performance artistica che porta a risultati di sorprendente bellezza. Con le corde si possono creare fiori, ragnatele e persino dei veri e propri abiti in grado di vestire una persona e porla in un rapporto inedito con l’ambiente circostante. Nel privato, chiaramente, il fine delle legature trae sempre spunto dalla bellezza delle composizioni ma è più orientato a costruire un rapporto personale.
I giapponesi, nei tempi antichi, usavano legare con corde i prigionieri di guerra: in questo modo li immobilizzavano con efficacia ma riuscivano a evitare l’utilizzo di materiali che sull’isola scarseggiavano, ovvero i metalli. Il significato di dominazione del prigioniero, della “preda”, è passato poi per analogia, trascorso il periodo delle guerre civili, al gesto amoroso.
Un’altra tecnica giapponese, quella dello Shiatzu, contribuisce a fondare lo Shibari moderno. Lo Shiatzu è una tecnica curativa che serve ad allentare le tensioni del corpo tramite la pressione delle dita su determinati punti del corpo, principalmente sulla schiena. Esiste così, oggi, anche uno Shibari “curativo”, che prevede di circondare il corpo con una corda che presenta dei nodi in corrispondenza di determinati punti – simili ai chakra indiani – producendo così un effetto simile al massaggio.
Come si può intuire, lo Shibari è una tecnica complessa che necessita di un buon insegnante per essere imparata. Le tradizionali corde di canapa, quando sono ben posizionate, hanno un effetto incredibilmente rilassante e curativo sul corpo, ma se sono mal poste, troppo lasse o troppo strette possono ostacolare la circolazione, dare dolori alla schiena o al collo o persino produrre soffocamento. La legatura Shibari, raffinata com’è, richiede lunghi tempi di esecuzione ma, se ben fatta, è sempre molto sicura e può essere sciolta con un solo gesto.