Non è raro che nella vita capiti di dover scegliere tra due persone per le quali si provano intensi sentimenti: il caso più tipico riguarda un uomo o una donna sposati che improvvisamente si sentono attratti da una terza persona e si chiedono se seguirla o restare con il partner di una vita. Ma le sfaccettature di questa condizione sono infinite.
Il primo istinto, quando ci si sente attratti da due persone, è di razionalizzare: si pensa e si ripensa ai pro e ai contro dell’uno o dell’altro per capire quale sia la scelta giusta. Secondo la psicologa Francesca Saccà, autrice di un’acuta riflessione sul tema sulle pagine del suo blog, il motivo per cui scegliere tra due amori è così difficile non dipende però dalle qualità dell’uno o dell’altro potenziale partner; la strada per superare lo scoglio, inoltre, non sta nel redigere un elenco di pro e contro.
La Saccà, richiamando la mitologia greca, opera una distinzione tra diversi tipi di amore:
Mentre Anteros e Himeros dominano il presente e il concreto, Pothos non ha radici nella realtà ma soltanto nello spirito. Tutti siamo mossi, eternamente, non tanto dalla ricerca dei primi due tipi di amore ma proprio di Pothos, l’ideale per cui possiamo sognare e struggerci mirando continuamente alla perfezione. In effetti è raro che qualsiasi partner, per quanto affine a noi, possa soddisfare un desiderio così ineffabile.
La verità è che, come esseri umani, siamo così ricchi di sfaccettature che non basterà mai una sola persona a soddisfarle tutte; ci sarà sempre una parte di noi che resterà poco o per nulla stimolata e per la quale andremo a cercare soddisfazione altrove. Il motivo per cui ci si innamora di tante persone diverse corrisponde inconsciamente al desiderio di riunire in un “tutto” finalmente completo le nostre tante esigenze, le tante facce di noi. Naturalmente, si tratta di un’illusione.
Ecco perché, secondo Francesca Saccà, non è tanto importante riflettere sulle caratteristiche dell’uno o dell’altro partner per scegliere, ma è necessario piuttosto capire a cosa si intende rinunciare.
La nostra società ama poco il concetto di rinuncia e anzi, tende a far coincidere la felicità con l’assenza di rinunce. Purtroppo, in ogni ambito della vita, per abbracciare compiutamente una scelta è necessario scartare le molte altre opzioni possibili. È così anche in amore. Non potendo trovare la perfezione (pur se spesso ce ne illudiamo) è necessario piuttosto concentrarsi su cosa si desidera maggiormente: la sicurezza o l’avventura, la tenerezza o la passione, la semplicità o la sofisticatezza, la vita “a due” o in famiglia?
La riflessione della Saccà ci sembra utile perché anziché mettere il focus al di fuori di sé lo porta nuovamente nell’interiorità di colui o colei che deve scegliere. Affidarsi all’uno o all’altro partner diventa, così, il gesto conseguente a una profonda riflessione interiore che riguarda il tipo di vita che si desidera vivere, astraendo da altri dettagli potenzialmente ingannevoli. Chiedendosi sinceramente a cosa si è risposti a rinunciare senza soffrire troppo, si potrebbe trovare la vera risposta.