Quando facciamo nuove conoscenze, una delle prime domande che rivolgiamo a noi stessi riguarda, certamente, la possibilità di riporre fiducia in una certa persona. Solo nel caso in cui la risposta sia affermativa ha senso approfondire l’amicizia.
Che sia per un istinto particolarmente sviluppato o per la gran quantità di “granchi” presi in passato, molto spesso intuiamo con facilità quali persone meritano o non meritano fiducia. Ciò non impedisce, in certi casi, di coltivare dei dubbi. Le persone più “pericolose” sono infatti quelle che non lasciano trapelare subito il loro egoismo e che adottano, almeno all’inizio, una facciata amichevole e rassicurante.
Fermo restando che prima di dare davvero fiducia a una persona occorre mangiare con lei, come diceva Cicerone, “molti moggi di sale”, alcuni segnali possono farci capire se un nuovo amico o amica dovrebbe ispirarci diffidenza. Eccoli:
Le persone degne di fiducia sono quelle in grado di ascoltarci profondamente, capire di cosa abbiamo bisogno e tenere a mente le nostre esigenze. Chi, fin dal principio di una conoscenza, appare troppo concentrato su se stesso, probabilmente è troppo egoista per meritare una fiducia incondizionata. Queste persone, oltre a parlare solo di sé, tendono a dimenticare quello che dici loro (perché non ascoltano) e non chiedono come stai o cosa pensi di un determinato argomento.
Chi di noi è coerente fino in fondo? Nessuno! Alcune persone, però, manifestano una eccessiva distanza tra le proprie parole (improntate, per esempio, a una forte etica dell’amicizia e dell’amore) e le loro azioni (che rovesciano le belle parole in distrazione, distanza emotiva, irreperibilità quando si ha bisogno…).
Alcune persone, pur spendendosi in complimenti e belle parole, dopo un po’ mettono in sospetto per la frequenza delle loro richieste. Non importa se si tratta di piccolezze, come la richiesta immotivata di venirle sempre a prendere in macchina quando si esce: se non c’è reciprocità e soprattutto se lo sforzo messo nell’amicizia è diseguale, può trattarsi di un campanello d’allarme.
I pettegolezzi maligni hanno un duplice potere: distruggono l’immagine di chi è criticato, naturalmente, ma allo stesso tempo fanno sentire unite le persone che condividono la critica. Se una persona che abbiamo appena conosciuto condivide con noi opinioni negative sugli altri, ci può far sentire destinatari di confidenze e quindi “speciali”. Occorre però tenere a mente che le persone ipercritiche e avvezze al pettegolezzo sono poco affidabili. Lo conferma uno studio dell’università del Michigan: chi critica troppo gli altri non è capace di costruire legami di amicizia profondi.
Ritorniamo al famoso istinto, quello che spesso ha la prima e l’ultima parola. Al di là di tutti i segnali prima elencati, è importante chiederci come la persona che abbiamo di fronte ci fa sentire. Quando siamo con lui o lei ci sentiamo rilassati, “a casa”, oppure sentiamo una incomprensibile tensione? Anche se è bene non affidarsi al solo istinto, è pur vero che analizzare le nostre sensazioni è importante.
Il mondo è pieno di soggetti inaffidabili, ma è altrettanto pieno di splendide persone con le quali si possono costruire amicizie e amori sinceri. Scegliere attentamente a chi accompagnarci ed essere attenti e selettivi non significa ritirarci in noi stessi. Se può essere sciocco fidarsi di tutti, è altrettanto dannoso non fidarsi di nessuno.