Il vocabolario della lingua italiana definisce la permalosità come una tendenza a offendersi e irritarsi facilmente. Il permaloso è quindi una persona che reagisce con difficoltà a osservazioni e critiche che potrebbero lasciare indifferenti persone meno sensibili. Il permaloso prende, come suggerisce l’etimologia della parola, tutto “per male”, quindi sente anche osservazioni neutre o inoffensive come un attacco maligno nei propri confronti. Ma che cosa significa davvero essere permalosi? Da dove nasce questa caratteristica?
Non tutti i permalosi lo sono allo stesso modo. La causa che sta alla base di questa attitudine personale è, nella quasi totalità dei casi, una forma di insicurezza. Infatti, il permaloso se la prende molto quando sente critiche o osservazioni non in linea con il proprio sentire perché, sotto sotto, teme che queste nascondano un fondo di verità ben più pauroso di quello che appare. Una persona che teme di non essere all’altezza nel proprio lavoro, ad esempio, prenderà ogni correzione dei suoi responsabili come una dimostrazione della propria incapacità.
Il punto è che il permaloso, a differenza del semplice insicuro, tende a reagire con il nervosismo e l’aggressività. Un’altra causa della permalosità risiede in un cattivo rapporto con la critica, che per l’educazione ricevuta o per esperienze passate non viene accolta nella sua positività ma solo da un punto di vista negativo e “catastrofico”. Il permaloso è come un porcospino: basta poco perché tiri fuori i suoi aghi! È tutto il contrario di una persona cattiva e maligna – è solo che gioca sempre in difesa.
Tra i permalosi, come tra tutte le persone di questo pianeta, esistono tante sfumature: alcune persone sono più aggressive, mentre altre tengono per sé il proprio disagio e dall’esterno non appaiono immediatamente dei “porcospini” quali sono.
Tutto quello che occorre fare, se ci si accorge che la propria permalosità comporta dei fastidi alle persone con cui si convive, è lavorare sul rapporto con la critica. Sapere che la permalosità non è una caratteristica personale e immutabile ma piuttosto un comportamento acquisito nella crescita è già un’ottima notizia – tutto ciò che non è innato si può sostituire con qualcosa di migliore.
Lavorare sulla critica significa, essenzialmente:
Per raggiungere ciò serve sicuramente un po’ di allenamento, ma il passo fondamentale risiede nella messa in discussione del concetto di “critica” cui siamo abituati. Infatti questa parola, che dai più viene intesa in senso totalmente negativo, non lo è necessariamente. Senza le osservazioni degli altri, che fanno da specchio alle nostre azioni, come potremmo conoscere davvero chi siamo e quanto valiamo? Avere paura della critica è piuttosto normale, ma solo imparando ad accoglierla come un dono possiamo renderla utile e farne il veicolo di una evoluzione personale e sociale.
Sappiamo tutti che il mondo è pieno di persone che sono incapaci di fare critiche costruttive e utilizzano la parola soltanto per ferire e umiliare gli altri. Sappiamo allo stesso tempo che altrettante persone, quelle che ci vogliono bene, utilizzano la critica come una carezza, un incoraggiamento, un balsamo per la nostra anima. Allora, se è giusto sapersi difendere dalle parole velenose, è anche giusto apprezzare quelle realmente utili per la nostra felicità. Il permaloso, con la sua paura per le critiche, rischia in definitiva di perdere delle grandi opportunità!