Si sente dire in giro molto spesso che il modo migliore per sedurre un uomo o una donna sia ignorarlo/a. Il detto “in amore vince chi fugge” sembra essere scolpito nella pietra come un comandamento sacro per milioni di persone comuni e anche per tanti grandi scrittori del passato (Ariosto docet). Ma è poi vero?
Sicuramente l’indifferenza – vale a dire l’indisponibilità emotiva – è utile per attrarre le persone che sono predisposte alla dipendenza affettiva. Queste persone, infatti, tendono a legarsi preferenzialmente a un partner abusante piuttosto che a un partner “sano”: per loro, la necessità di piacere a chi non le desidera è un modo inconscio con cui tentano di placare i demoni interiori che le agitano ripetendo, di fatto, gli abusi emotivi subiti nell’infanzia. Ma il discorso sulla seduzione tramite la distanza dovrebbe prescindere da tattiche e situazioni dichiaratamente violente e non certo etiche.
Molti “coach” di seduzione stanno iniziando a mettere in dubbio l’idea che l’indifferenza sia davvero seduttiva: trovano che tutto sommato sia uno strumento debole proprio perché ha presa solo sulle personalità fragili ed è efficace solo se agito da caratteri abusanti… più chiaro di così!
Per un principio universale ben conosciuto dal marketing, più un bene è scarso più appare desiderabile. Ma non è detto che tale legge possa applicarsi efficacemente alla sfera amorosa. Anche se tutti e tutte possiamo trovare desiderabili i pochissimi divi del jet set (pochissimi rispetto alla massa di altre persone che incontriamo quotidianamente) ciò non significa automaticamente che ne siamo sedotti.
Il corteggiamento nei confronti delle persone emotivamente sane funziona quando viene loro comunicato interesse, e non il contrario. Il messaggio che chi ignora trasmette è infatti sintetizzabile in un “non ti voglio” che potrebbe indurre gli altri a scollegarsi emotivamente piuttosto che ad avvicinarsi. Chi è più “vaccinato” nei confronti dei partner manipolatori potrebbe letteralmente fuggire al primo segnale di distanza, per quanto artificioso sia! E dopo una certa età, la tattica dell’indifferenza perde sempre più terreno proprio perché troppe volte è stata subita con esiti spiacevoli.
Le considerazioni che abbiamo appena fatto non rendono migliore una tattica altrettanto sbilanciata, cioè quella della disponibilità totale. Dire dei no, anche a una persona che piace molto e con cui si è all’inizio della frequentazione, è pur sempre importante. Ma non si deve trattare di “no” costruiti ad arte, questo è il punto. L’indisponibilità emotiva totale o artificiosa sono tentativi di manipolazione poco efficaci e poco sani, mentre mantenere un equilibrio con le proprie amicizie e ottemperare ai propri impegni pur essendo innamorati è semplicemente dignità.
In conclusione, liberarsi dalle tattiche di seduzione “estreme” (disponibilità o indisponibilità totale) non può che far bene: certamente evita fatiche inutili e riduce il rischio di cadere in dinamiche di coppia poco sane. Forse lanciarsi nel gioco della seduzione facendo meno ricorso a “stampelle” di questo genere può essere più difficile all’inizio, ma potrebbe premiare decisamente sul lungo periodo.