Le relazioni che stringiamo non solo ci permettono di “vederci” per come siamo e di capirci meglio, ma riescono anche a trasformarci. L’incontro con l’altro è un momento imperdibile di disvelamento della nostra natura profonda e rinunciarvi è il peggior torto che possiamo fare alla nostra anima!
Ogni relazione è potenzialmente importante: non solo il legame d’amore, che è il più intimo e profondo al mondo, ma anche gli incontri apparentemente più passeggeri sono in grado di cambiarci la vita. Stare a contatto con gli altri significa capire cosa ci piace davvero e cosa no, cosa “risuona” e cosa “dissona” in noi, su cosa dobbiamo migliorare. Si capisce perché far vivere i bambini in classi abbastanza ampie e metterli a contatto il più possibile coi coetanei anche dopo l’orario scolastico sia fondamentale per la loro educazione: più gli incontri sono vari, migliore è l’autocoscienza che si acquisisce.
Tutti i legami tra gli esseri umani potrebbero essere definiti questioni di chimica, anche se privi della capacità predittiva di questa scienza: l’esito dell’incontro non è mai definito a priori, ma è dato dalla partecipazione di tutte le persone coinvolte. Anche se ognuno di noi ha in mente delle categorie di persone che tendono a piacergli di più o di meno, fino a che l’incontro non avviene nulla è scontato. Anzi, si potrebbe dire che la maggior parte delle antipatie nasce perché una delle parti coinvolte anziché aprirsi al dialogo con l’altro ha scelto di rifiutarlo a priori, per via di pregiudizi più o meno dichiarati.
Un meccanismo psicologico molto interessante, in grado di spiegare perché la relazione con gli altri sia così importante per conoscersi, è la proiezione. In virtù di essa, tendiamo a spostare all’esterno giudizi e conflitti che invece sono nostri: vediamo qualcuno arrabbiato mentre ad essere arrabbiati siamo noi, ad esempio, e così via. Di solito la proiezione si riferisce a tutte le parti di noi che non accettiamo, che non vogliamo vedere. Finché si resta a questo stadio, il legame che ci unisce a una certa persona è più simile a un’illusione: non riusciamo a vedere lei, ma solo noi stessi riflessi in lei. Quando però il legame si approfondisce, ecco che la proiezione viene svelata e può acquistare un senso.
I legami che stringiamo sono un po’ una seconda carta d’identità, perché raccontano molto di noi; mostrano quali sono i nostri migliori pregi e le nostre più grandi paure. Alcune persone appaiono straordinariamente aperte e posseggono molte amicizie, ma non riescono a instaurare legami sentimentali altrettanto significativi; per altri è esattamente il contrario. Ciascuno di noi potrebbe condurre un’analisi di se stesso partendo dai propri legami. È importante pensare che la maggior parte della responsabilità nella “risposta” esterna che dal mondo ci viene è data da nostre decisioni inconsapevoli, che spesso dipendono da paure acquisite o ereditate.
Sembra proprio che il miglior modo di cambiare se stessi sia allenarsi ad aprirsi di più alle relazioni, dandoci la possibilità di farci “accendere” da reazioni chimiche inaspettate e dandoci quindi la possibilità di scoprire lati di noi che finora erano rimasti in ombra.