Chi si autosabota in amore spesso non sa di farlo e attribuisce le sue cattive esperienze all’incontro con persone sbagliate. Il problema è che, anno dopo anno, continua a incontrare sempre persone dello stesso genere – violenti, traditori o manipolatori- e non riesce a capacitarsi di come sia possibile. A quel punto può convincersi che l’umanità sia tutta “tarata” o che l’amore non esista. Invece il motivo per cui incontra sempre persone sbagliate è un altro, molto più difficile da ammettere: è stato lui ad andarle a cercare, perché non credeva di meritare di più di quello che ha avuto – violenze, tradimenti, manipolazioni. Lo stesso capita, rovesciando i termini, a chi passa da una relazione all’altra interrompendo repentinamente i rapporti, perché non riesce mai a trovare “la persona giusta”: ogni minimo difetto o incomprensione è l’occasione per dire a se stesso che si è sbagliato anche stavolta e che la ricerca deve continuare. Ma non riuscirà mai a trovare ciò che cerca, per il semplice fatto che non sta cercando veramente, sta solo fuggendo. Quanto dolore in tutto ciò! Ma da dove nasce l’autosabotaggio? È possibile fermarlo?
A quest’ultima domanda possiamo rispondere decisamente di sì, anche se non è per niente facile. L’autosabotaggio nasce infatti come un meccanismo di difesa, costruito per proteggerci da eventualità percepite come molto più pericolose rispetto al rischio di vivere amori tossici. Per qualcuno la paura principale è di essere abbandonato, rifiutato o umiliato, per qualcun altro non mostrarsi all’altezza della situazione. Quale che sia la paura fondante, di certo si potrebbe superare lasciandosi andare e accettando di farsi “prendere per mano” dal partner, affidandosi a lei o lui. Ma l’autosabotaggio, paradossalmente, previene proprio questa possibilità, inducendo la persona a chiudersi e a rifiutare un vero contatto con l’altro, per quanto buono e gentile possa essere.
Oggi il problema dell’autosabotaggio affettivo è molto conosciuto rispetto al passato, eppure continuiamo a leggere sui social frasi come “le donne sono tutte uguali, pensano solo ai soldi” o “gli uomini pensano solo al sesso, conquistano e abbandonano”. Questi stereotipi, oltre a evidenziare un po’ di sessismo, dimostrano da parte di chi li esprime poca comprensione della propria situazione di disagio nei confronti delle relazioni: molto spesso, chi si esprime così è anche una persona che si autosabota nell’intimità.
Vale la pena di prendere per mano se stessi, lavorare sui problemi del passato con coraggio e volontà e fare tutto il possibile per riaprirsi al mondo, all’amore; ne vale la pena sul serio, anche se è difficile! Per farlo però è necessario ammettere di avere paura, non nascondersi dietro ad accuse rivolte ai propri “cattivi incontri” come se fossero frutto del caso. Può capitare di essere sfortunati una volta, ma è vero anche che quando lo stesso copione si ripete più volte il caso c’entra poco. Avere paura non è una vergogna: è uno strumento di difesa che può essere servito in passato, durante l’infanzia o l’adolescenza, e avere esaurito la sua funzione “salvavita” ora che si è adulti.
Entrare in dialogo con le proprie ferite è una sfida impegnativa che può condurre però a risultati sorprendenti. Adottare principi rigorosi di rispetto per sé è la via maestra: allontanarsi al primo segno di abuso emotivo o sforzarsi per restare accanto a una persona al di là del primo litigio sono i punti di svolta. La buona notizia è che siamo tutti in tempo per smettere di autosabotarci e trovare finalmente l’amore che meritiamo.