Nel tempo della pandemia da Covid-19 gli schermi dei nostri telefoni, PC e tablet sono stati la nostra unica finestra sul mondo e ci siamo, giustamente, aggrappati ad essi ancor più di quanto non facessimo normalmente; questo non ha fatto altro che trasformare la già preoccupante assuefazione collettiva alla tecnologia in una dipendenza ancor più dura da debellare. Forse, visto che ormai tutta la nostra vita ruota attorno ai dispositivi tecnologici, non è nemmeno tanto possibile (o auspicabile) pensare di farne a meno per sempre… ma durante le vacanze? Certo che sì. Oseremmo dire anzi che il concetto di vacanza, nei tempi moderni, coincide con la possibilità di lasciare da parte lo smartphone.
Sono sempre più le persone che riferiscono, anche con una punta di angoscia, di sentirsi segregate in un universo sempre più astratto, dove il contatto non solo con gli altri esseri umani ma anche con lo stesso mondo fisico si è allentato. Consideriamo che oggi, accanto ai mestieri tradizionali, sempre più occupazioni chiedono ai lavoratori di essere costantemente davanti a uno schermo o connessi ad un network.
Per una vacanza digital detox sarebbero sufficienti pochissimi ingredienti: uno o più libri pronti per riempire i momenti di relax e la disponibilità a lasciar perdere il telefonino. In molti se lo impongono, in pochissimi ci riescono davvero. La tentazione di pubblicare continuamente foto sui social per documentare ogni istante speciale sembra troppo forte. Come tutte le abitudini, quella di comunicare costantemente in modo virtuale è difficile e quasi dolorosa da abbandonare per un periodo; ecco perché sempre più persone vanno in cerca di pacchetti turistici pensati appositamente per forzare la mano e costringere a praticare veramente il digital detox.
Ecco allora che le agenzie di viaggi si adeguano e propongono soluzioni di ogni genere: dalle tipiche vacanze in monastero o in haram fino alle esperienze di yoga e meditazione con sequestro obbligatorio del cellulare.
A Borgo di Mezzana, un paesino abbandonato in Toscana, è possibile vivere un’esperienza a metà tra il lavoro (fisico) e il ritiro spirituale. Durante il giorno si lavora e si medita, poi si fanno lunghe passeggiate nei boschi mantenendo di regola un silenzio assoluto: una declinazione moderna della vita monastica, che aiuta a far rinascere borghi fantasma ma soprattutto serve a riempire di nuovo l’anima delle persone. La pensano così i tanti che negli ultimi anni si sono recati in questo luogo in provincia di Prato per staccare la spina.
Le vacanze digital detox sembrano donare molti benefici ed è proprio per questo che sono sempre più ricercate. Prima di tutto, permettersi di vivere in un tempo “lento”, diverso da quello accelerato della comunicazione online, permette davvero di ricaricarsi e tornare riposati; in secondo luogo, ne guadagnano la motivazione e la creatività, stimolate dai lunghi momenti di ozio nei quali la mente è libera di vagare nel modo più naturale. Non è un caso che alcune persone scelgano di vivere un periodo digital detox quando stanno attraversando cambiamenti importanti e vogliono sentirsi più centrate, più in contatto con se stesse.