Tutti siamo bravi in qualcosa eppure spesso ci sentiamo inferiori agli altri, incapaci, inadatti. Per la maggior parte delle persone questa sensazione fa il suo esordio nel periodo scolastico, e gli esperti ci sanno dire il perché: se è indiscusso che tutti abbiamo un’abilità “speciale”, già nei primi anni di scuola ci accorgiamo che alcune abilità sono premiate e altre sono considerate inutili. La scuola italiana dà la priorità alle abilità linguistiche e matematiche, per fare un esempio pratico, mentre altre abilità (motorie, manuali, creative, psicologiche…) sono relegate in secondo piano e non vengono valutate adeguatamente. Tutto sommato quest’atteggiamento è giustificato: l’obiettivo minimo della scuola è rendere tutti in grado di parlare e scrivere la nostra lingua e saper eseguire semplici calcoli. Man mano che si va avanti e ci si addentra nella scuola secondaria e poi nella vita adulta, però, ha sempre meno senso lasciare latenti le abilità specifiche di ognuno. Non è raro che, a forza di considerare inutili le proprie capacità, le persone le lascino morire come una pianta poco annaffiata.
Siamo immersi in una società che cambia velocemente e per certi versi migliora, si “democratizza”; nonostante questo siamo ancora intrappolati in un’idea estremamente rigida e impermeabile di cosa siano il successo e il fallimento. Oggi magari un Tiktoker può essere considerato una persona “riuscita” quanto in passato un medico o un avvocato o un cantante pop, ma l’ingrediente di base è sempre lo stesso: il riconoscimento sociale tributato a un ruolo. Come a scuola ci sono materie di serie A e di serie B, anche nella società ci sono lavori di serie A e di serie B. A prescindere da quanto bene sono fatti e da quanto appassionano chi li fa.
In un mondo ideale, probabilmente, saremmo apprezzati per ogni tipo di contributo che sappiamo dare alla società e per la qualità con cui lo diamo. Invece impariamo, fin da piccoli, che il favore e l’affetto altrui sono mediati da ciò che possiamo offrire: le abilità di serie A sono apprezzate, quelle di serie B ridicolizzate. Questo è profondamente ingiusto e porta molti bambini a reprimere il loro potenziale, diventando adulti convinti di non saper fare nulla, di non essere bravi in nulla. Queste persone avranno vissuto una vita molto faticosa, essendo continuamente impegnate a diventare altro da sé e sperimentando anche la frustrazione di non riuscirci appieno.
Oltre a sperare che prima o poi la società cambi e diventi più inclusiva, rispettando le differenze e imparando a valorizzarle, è importante che ciascuno di noi diventi più gentile con se stesso accogliendo, amando e mettendo a frutto la propria unicità. Spesso le persone di successo, quelle che davvero cambiano il mondo, sono persone che erano dotate di un’abilità particolare, la cui importanza sono riuscite a dimostrare a tutti. Per usare una metafora cinematografica: se crediamo che l’unico modo per avere successo sia girare l’ennesimo remake di un film famoso, finiremo probabilmente nel dimenticatoio; se seguiamo la nostra idea originale rischiamo di essere poco considerati, ma “rischiamo” anche di creare un capolavoro immortale. A noi la scelta!