L’autismo è una caratteristica della mente umana sempre più studiata. Negli ultimi anni si è arrivati a comprendere che non si tratta di una malattia, ma di una caratteristica della persona. Grazie ai progressi della scienza medica abbiamo sempre più diagnosi di autismo e queste ci aiutano ad abbattere tanti luoghi comuni – primo tra tutti l’idea che le persone autistiche siano necessariamente disabili o non verbali. Oggi, anche grazie a internet, sempre più persone autistiche scelgono di raccontarci la loro vita e il loro modo di vedere il mondo. E l’amore?
A indagare il nesso tra autismo e affettività, una bella docu-serie australiana sbarcata in Italia nel 2020 e giunta alla seconda stagione: Love on the spectrum. L’obiettivo è dare la possibilità alle persone autistiche di raccontarsi e a quelle neurotipiche di comprenderle meglio, allontanando i pregiudizi.
L’autismo può comportare delle difficoltà a relazionarsi con gli altri e può essere un fattore ostacolante per l’instaurazione di legami amorosi. Secondo gli autori della serie, però, il problema principale non sono tanto le caratteristiche proprie dell’autismo, quanto la mancata comprensione di queste. Insomma: se tutti imparassimo a riconoscere e rispettare le persone autistiche, anche le storie d’amore sarebbero più semplici.
Attraverso le interviste ai giovani protagonisti di Love on the spectrum, possiamo renderci conto di come le persone autistiche intendono l’amore, arrivando ad abbattere alcuni luoghi comuni:
Le persone autistiche e le persone neurotipiche condividono nella maggior parte dei casi le stesse idee su cosa sia l’amore: una forza potente che fa battere il cuore, inebria e a volte fa fare anche cose folli. L’amore è lo stesso per tutti.
Si tende a vedere le persone autistiche come chiuse in se stesse e poco interessate a relazionarsi con gli altri. L’esperienza dice che questo può essere vero per alcuni e meno vero per altri. Le persone autistiche cercano l’amore come tutti. L’autismo è una caratteristica della mente umana, non un’etichetta che rende tutte uguali le persone che la portano.
Sempre più persone scoprono di essere autistiche in età adulta, quando hanno già relazioni avviate. Magari lo scoprono dopo un periodo di depressione o per via della diagnosi di un loro figlio. I dati sulle relazioni delle persone autistiche forniti dalla scienza non sono sempre concordi, pare però che per loro l’incidenza dei legami stabili sia piuttosto simile a quella delle persone neurotipiche. Empiricamente, le persone autistiche hanno più problemi a trovare un partner, forse per via della mancata comprensione sociale delle loro caratteristiche specifiche.
L’asessualità è uno specifico orientamento sessuale, al pari dell’eterosessualità o dell’omosessualità. Le persone asessuali non provano attrazione né per gli uomini né per le donne, o la provano solo in determinate e specifiche circostanze. A lungo si è pensato che gli autistici fossero tutti asessuali, invece non è così: un autistico può essere di qualsiasi orientamento.
Molti credono che le persone autistiche non sappiano amare perché hanno dei “deficit” nella sfera dell’empatia. Anche questo non è vero. Le persone autistiche possono amare, possono innamorarsi e possono provare empatia come tutte le altre. La differenza tra gli autistici e i neurotipici sta piuttosto nel modo con cui i sentimenti vengono mostrati.
La serie Love on the spectrum ha il pregio di aver mostrato la stupidità di tanti luoghi comuni, facendo parlare direttamente le persone interessate e dando loro l’opportunità di smentire i pregiudizi coi fatti. Anche questa serie, però, scivola su alcuni punti: molti critici hanno notato ad esempio che tende a infantilizzare le persone autistiche. Sulla strada dell’inclusione, in questo senso, c’è ancora molto da fare. Ciò che possiamo fare è cominciare a studiare l’autismo, ad ascoltare la voce di chi lo vive e a capire che l’amore è uno, ma gli approcci possono essere tanti.