La scienza ufficiale esclude l’esistenza della telepatia, cioè della possibilità di comunicazione diretta tra un cervello e un altro senza intermediazioni di segni, gesti, parole. Si tratterebbe, quindi, di una semplice credenza magica da confinare nell’ambito della parapsicologia. Eppure gli scienziati non si arrendono, e in molti hanno tentato anche di recente di dimostrare l’esistenza della telepatia.
Premettendo che nessuno c’è riuscito, alcuni esperimenti sono risultati interessanti. Parliamo in particolare delle ricerche del biologo Rupert Sheldrake sugli animali e degli esperimenti tecnologici del team Starlab di Barcellona.
Rupert Sheldrake, docente a Cambridge, ha realizzato una serie di ricerche indipendenti sul comportamento degli animali. Ha notato, in particolare, che il 50% dei cani sa in anticipo quando il padrone sta per tornare a casa e che, in oltre il 90% dei casi, i gatti cercano di “sparire” poco prima dell’appuntamento dal veterinario. Dunque gli animali domestici sanno qualcosa che noi ignoriamo? Comunicano a distanza col nostro cervello, leggono i nostri pensieri? Il dubbio resta aperto perché, nonostante l’impegno del professore, nessuno dei dati da lui raccolti è risultato scientificamente dimostrabile.
Il dubbio sulle teorie di Sheldrake deriva dal fatto che non sappiamo definire l’origine della straordinaria capacità intuitiva degli animali. La maggior parte degli scienziati ritiene che essi sappiano “leggere” il nostro linguaggio del corpo in maniera estremamente raffinata, cogliendo dei segnali che noi inviamo senza farci caso. Il gatto che sta per essere portato dal veterinario, quindi, leggerebbe nel corpo o nello sguardo del suo padrone un’intenzione non ancora messa in atto ma prossima a realizzarsi. D’altro canto il cane, con il suo olfatto sviluppatissimo, potrebbe avvertire il padrone in avvicinamento molto prima che questo metta piede nel vialetto di casa. Ad oggi ancora non è possibile dare una risposta esauriente.
Il team di scienziati di Starlab di Barcellona non crede nell’esistenza di una telepatia naturale, ma negli ultimi anni si è impegnato per crearne una artificiale. Sono stati condotti diversi esperimenti, coronati da successo, che hanno consentito a due cervelli molto lontani di comunicare tra loro. Il punto è che, purtroppo, era possibile farlo solo grazie all’intermediazione di un computer. Un esperimento condotto dal team ha permesso a un volontario che si trovava in India di inviare un semplice messaggio a un altro volontario localizzato in Francia. A entrambi erano stati applicati elettrodi non invasivi incaricati di rilevare il segnale cerebrale, trasmetterlo a un PC per la decodifica e successivamente inviarlo al cervello del ricevente. Il risultato è sorprendente, ma la trasmissione diretta brain-to-brain ancora non è risultata possibile.
Chissà se nel futuro sarà possibile condurre esperimenti davvero decisivi sull’esistenza o meno della telepatia e chissà se sarà possibile approntare tecnologie che consentano la comunicazione a distanza grazie all’uso di impianti microscopici nel corpo: questo campo è ancora aperto e vale la pena che gli scienziati continuino a percorrerlo.