La moneta unica europea, entrata in circolo ufficialmente nel 2002, compie la bellezza di vent’anni. In realtà il 2002 fu solo lo stadio finale di una proposta avanzata e studiata già molti anni prima dai paesi membri dell’UE.
Si cominciò nel 1979 con il cosiddetto SME (sistema monetario europeo), un accordo tra gli stati per garantire la stabilità dei cambi, preceduto da un accordo simile, il “serpente monetario europeo”, già nel 1972. I primi sforzi concreti per un’unione monetaria vera e propria iniziarono negli anni ‘80, quando fu istituito un comitato apposito guidato dall’allora presidente UE Jacques Delors. È invece di trent’anni fa, ossia del 1992, il Trattato di Maastricht, che sancì la creazione di un’unione sia economica che monetaria degli stati europei. Iniziò lì un percorso di dieci anni che portò alla svolta che conosciamo: dal 1999 l’Euro è la moneta ufficiale europea e dal 2002 in molti Paesi dell’Unione (in prima battuta 12, ora 19) è in corso la moneta unica.
Il nome “euro” fu scelto durante un consiglio europeo del 1995, a Madrid. Il simbolo si rifà alla lettera greca “epsilon”, che è anche la prima lettera della parola “Europa”. Le due barrette che ornano la lettera stilizzata stanno a rappresentare la forza e la stabilità della moneta. La prima serie coniata prevedeva banconote tutte uguali, a prescindere dal Paese d’origine; le monete metalliche presentavano invece una piccola concessione all’identità statale: una delle due facce era in comune, l’altra presentava un disegno liberamente scelto. Dal 2013 è in circolazione la cosiddetta “serie Europa”, con nuovi disegni. Dal 2012 non è più possibile, in Italia, scambiare le Lire fuori corso coi nuovi Euro. La transizione, dopo vent’anni, si è ormai completamente conclusa.
Ma non sono in pochi a rimpiangere le care vecchie lire: secondo un rapporto di Altroconsumo, infatti, l’Euro ha portato a una variazione importante nel potere d’acquisto su alcuni settori. Ad esempio:
Insomma, il cambio di moneta ha rappresentato per i consumatori della Penisola un vero e proprio shock, almeno per quanto riguarda alcune categorie di servizi. Non è vero però che, come credono in molti, tutti i prezzi siano raddoppiati tout court. Lo spiega bene Carlo Altomonte, docente di politica economica europea presso l’Università Bocconi: “È possibile che qualche caffè, qualche zucchina abbia raddoppiato il suo prezzo, però altri prezzi sono scesi, ad esempio quello del trasporto aereo o quello degli elettrodomestici. Quindi i dati ci dicono che nella media i prezzi non sono aumentati”.
Certamente il passaggio da una moneta all’altra non è stato indolore e ha generato non pochi disagi e dissensi. Tuttavia possiamo dire, dopo vent’anni, che la “catastrofe” osservata o prevista da alcuni non ha trovato riscontro.