Tutti siamo stati, almeno una volta, l’amico triste di qualcuno e a tutti è capitato di voler consolare una persona che ha avuto una brutta giornata. La cosa più comune che facciamo è cercare di spronare l’altro a sorridere, a uscire e divertirsi, a non fare caso al suo problema spostando l’attenzione su pensieri più rassicuranti. A volte questa tecnica sembra funzionare, a volte non sortisce alcun effetto e ci fa sentire terribilmente frustrati. C’è un modo per essere più efficaci?
Per prima cosa, è necessario conoscere la tristezza: questa emozione si scatena spesso di fronte a problemi della vita non immediatamente risolvibili o percepiti come “troppo grandi”. La tristezza spegne la nostra vitalità, obbligandoci a fermarci a ragionare o semplicemente a ricaricare le nostre pile. Per questo va affrontata pienamente, e non diluita o elusa: altrimenti, terminata la distrazione, la si ritroverà lì dove la si è lasciata. Certo, però: pur essendo consapevoli che la tristezza è legittima, va vissuta e richiede il suo tempo difficilmente ce la sentiamo di lasciare solo il nostro amico in sua balìa. Cosa fare?
Chiedere alla persona triste cosa possiamo fare per lei è un’azione semplice che però a molti non viene in mente. Si tratta invece dell’approccio ideale. Le risposte potrebbero essere diverse: la richiesta di un abbraccio, di quattro chiacchiere, di un momento di silenzio e solitudine… chiediamo al nostro amico come vuole essere aiutato in modo da comportarci al meglio.
Anziché distrarre dalla tristezza proponendo attività distensive, può essere più utile invitare la persona a sfogarsi nel modo che preferisce. Non spetta a noi risolvere i problemi dei nostri amici, ma possiamo sempre supportarli ascoltandoli. La tristezza, infatti, più è repressa più fa male: una valvola di sfogo è forse ciò di cui il nostro amico ha più bisogno.
Le persone che attraversano momenti di tristezza spesso passano molto tempo in casa, trascurando sé stessi e i propri obblighi: fa parte del gioco, è normale. Ma se vogliamo davvero aiutare un amico triste, perché non offrirci di svolgere piccole commissioni insieme a lui o addirittura al suo posto, permettendogli così di ricaricarsi?
La tristezza è una cosa, la depressione è un altra. A dircelo è principalmente la durata del sintomo. Lo stato di tristezza può durare qualche settimana, ma se si protrae troppo a lungo (uno, due, sei mesi) è bene spingere il nostro amico a provare un consulto psicologico.
In conclusione, per aiutare una persona triste è importante ascoltarla, più che distrarla. Sono da evitare il più possibile le tipiche frasi rassicuranti sul genere “non è niente, passerà” le quali, lungi dal rallegrare, portano di solito solo più frustrazione alla persona che soffre. Praticare la vicinanza attiva invece può realmente aiutare i nostri amici a risollevarsi da un brutto periodo.