Quando una relazione diventa seria e si comincia a pensare a una vita in comune è normale porsi domande sul futuro della coppia: ci sarà una semplice convivenza o un matrimonio? Ognuno a riguardo ha le proprie opinioni, influenzate principalmente dall’ambiente in cui vive, dalla presenza o meno di una fede religiosa e dal proprio passato amoroso.
Il matrimonio e la convivenza hanno delle differenze, dei pro e dei contro, che sono soprattutto di natura legale. È vero però che tra l’essere sposati e conviventi si avverte anche psicologicamente una differenza. L’amore non cambia, ma alcune persone sentono il bisogno di un rito che lo confermi, mentre altre tendono a vedere il matrimonio come una gabbia opprimente.
Quando in una coppia ci si chiede se sposarsi o meno, è facile che emergano opinioni divergenti, ma anche dubbi e paure. In questa fase l’ascolto ha un ruolo fondamentale perché, come abbiamo detto, il perno della discussione non è quasi mai la natura del sentimento d’amore, ma lo status che si vuole attribuire alla coppia. Una persona che non desidera sposarsi non è necessariamente meno innamorata di una che lo desidera.
Per dirimere la questione la cosa più semplice è spostare il discorso dal tema dei sentimenti a quello dei fatti, analizzando i pro e i contro della convivenza e del matrimonio. In questo modo si fa i conti con la praticità e si può scegliere più serenamente. Vediamo allora quali sono i vantaggi di questi due tipi di unione.
I vantaggi della convivenza sono diversi: prima di tutto, ci sono meno scartoffie da compilare nel caso ci si lasci. Il vantaggio di non dover ricorrere al divorzio e di poter decidere in modo semplice come porre eventualmente fine alla relazione ha però un lato oscuro: a livello sociale la convivenza viene spesso vista come una unione di serie B, un modo per “lasciare la porta sempre aperta”. Nella convivenza non c’è, a livello giuridico, l’obbligo di fedeltà.
Un altro vantaggio-svantaggio della convivenza sta nel fatto che non c’è un rito pubblico a legittimare l’unione agli occhi degli amici e dei familiari: si risparmiano così molti soldi, ma allo stesso tempo si rischia di essere etichettati negativamente in certi ambienti sociali. Va detto però che, con il tempo, i pregiudizi sulle coppie di fatto sono stati superati quasi ovunque.
Sul piano pratico, se sono presenti dei figli questi non avranno particolari problemi: una legge di dieci anni fa ha annullato il discrimine tra figli legittimi e naturali. I problemi pratici arriverebbero, semmai, in caso di separazione o di morte di uno dei due conviventi: niente pensione di reversibilità per i vedovi e niente obbligo di mantenimento dei figli per chi lascia la famiglia.
Dal punto di vista dei sentimenti, le coppie conviventi potrebbero sentirsi addirittura superiori a quelle sposate: nessuna legge le unisce, solo il sentimento e la fiducia incondizionata nella buona fede del partner.
Il matrimonio è uno statuto tradizionale e un tempo era praticamente d’obbligo. Oggi la mentalità è cambiata, ma questo rito regala ancora diversi vantaggi pratici: primo, l’essere riconosciuti nel proprio ambiente come una coppia “di serie A”; secondo, l’obbligo di assistenza in caso di divorzio, la possibilità di mettere i beni in comune e la pensione di reversibilità in caso di morte.
I sostenitori del matrimonio affermano che questo aiuti la coppia a sentirsi più forte, più coesa e più serena: prendere davanti a tutti gli amici e i familiari un impegno per la vita fa sì che ci si impegni di più per mantenerlo. E poi, la cerimonia: un momento che è sì tanto costoso, ma regala anche grandi emozioni condivise. Alcune coppie, purtroppo, desiderano sposarsi ma scelgono di rimandare proprio per l’alto costo della cerimonia.
È vero poi che quando l’unità della coppia si rompe e si avverte la necessità di divorziare, per il fatto di essere sposati potrebbero sorgere molti problemi, sia di natura psicologica (si sta rompendo un patto “per la vita”) sia di ordine pratico. Quando non si riesce a trovare un accordo ci si può trovare impantanati in lunghe battaglie legali.
In definitiva, la scelta se sposarsi o convivere è strettamente personale. Alcuni dei dati pratici che abbiamo elencato, però, potrebbero aiutare nella scelta.