Mentre ci informavamo sui siti internet dedicati alla cucina in cerca di argomenti da proporvi, ci siamo imbattuti in un articolo di blog, datato 2014, in cui si affermava: “La cucina, intesa come moda, è entrata nella sua fase calante”. L’autore dell’articolo, dopo aver notato che i siti web e le riviste di quel periodo erano letteralmente sommersi di ricette, si diceva però felice di intuire l’inizio della fine di questa ossessione collettiva.
Sono passati otto anni da quell’articolo, eppure non sembra che le previsioni dell’autore si siano effettivamente realizzate. Anzi. L’anno dopo, nel 2015, ha debuttato su Ski un programma che tutti conosciamo: Quattro ristoranti, con la conduzione di Alessandro Borghese. Il suo successo ha confermato che non era ancora finita la stagione di Masterchef (oggi all’undicesima stagione), di Bake Off italia ecc. Semmai, la sfera d’interesse si era allargata, perché prima era concentrata solo sulla figura del cuoco in erba mentre ora comprendeva anche i ristoranti. E persino le trattorie, con programmi come Camionisti in trattoria, appunto. D’altra parte la buona Antonella Clerici non ha mai smesso, negli ultimi vent’anni, di tenere solidamente la fascia della tarda mattinata con programmi dedicati alla cucina.
Insomma, la cucina è ancora una moda, che rimbalza dal mondo della TV a quello dei social. Non si contano i creator italiani che si occupano di cucina, soprattutto vegana, su Instagram.
Le tendenze degli ultimi anni dimostrano chiaramente che:
La moda della cucina, passata dalle riviste, alla TV, e infine hai social, ha cambiato la nostra percezione di questa arte e, infine, anche i nostri gusti. Da nazione più restia a provare le novità ci stiamo trasformando sempre di più in un territorio aperto alla sperimentazione. Qualcuno reagisce con preoccupazione, temendo la morte della cucina tradizionale che ha reso celebre il nostro Paese.
Da qui la preoccupazione di molti, con la stigmatizzazione delle cosiddette mode culinarie. Ma la moda della cucina, oggi indiscutibilmente diffusa, è davvero un male?
In parte sì, perché il gourmet a tutti i costi non sempre produce miglioramenti: nei ristoranti i “praticoni” e i millantatori, che producono accostamenti arditi e spesso deludenti senza un vero studio alla base non si contano. Intanto, trovare una buona carbonara a Roma è diventata un’impresa.
Molti ristoratori credono che la moda della cucina li minacci: chiunque può credersi esperto, dopo aver visto qualche puntata di Quattro ristoranti, e può letteralmente affossare un’attività con recensioni negative campate per aria.
Dall’altro punto di vista, però, il diffondersi della consapevolezza su cosa e come potremmo mangiare ci dà il giusto orientamento, inducendoci a scegliere meglio anche quando cuciniamo a casa. Sempre più persone stanno ritrovando la fantasia necessaria a variare e migliorare la loro dieta, aggiungendo un tocco di creatività alla loro vita.
A volte le mode, come quella recente legata al green, al risparmio e al riciclo, sono solo mode; altre volte, possono trasformarsi in strumenti di “democrazia”, trasformando la dinamica alto-basso, d’elite-popolare in una “medietas” che conviene a quasi tutti. L’importante è, sempre, la consapevolezza.