Appena due anni fa, nell'anno 2019, abbiamo celebrato il cinquecentesimo anniversario della nascita del più famoso multipotenziale della storia, Leonardo Da Vinci: una personalità affascinante e poliedrica che tutti abbiamo imparato a riconoscere e apprezzare fin dai tempi degli studi elementari. Ma andiamo per gradi e iniziamo prima a dare una vaga definizione di una tipologia di persone, i multipotenziali appunto, alle quali forse starebbe fin troppo stretto essere delineate sotto uno schema rigido e che molto spesso, piuttosto che essere fiere di sé, si vedono etichettate come "anormali".
In un mondo dove è quasi un obbligo specializzarsi in un determinato settore e continuare ad aggiornarsi negli anni per eccellere e fare carriera nel proprio lavoro, esiste ancora chi mantiene intatto l'inafferrabile fuoco della curiosità, chi supera le barriere della consuetudine e accumula conoscenze tra le più disparate; diventando quello che all'università si chiamerebbe un “cultore della materia”.
Stan Lee, il famoso e compianto fumettista, editore, produttore cinematografico e televisivo della Marvel Comics diceva che "Vorremmo tutti avere dei superpoteri poiché vorremmo tutti più di quanto possiamo fare": evidentemente aveva conosciuto qualche multipotenziale o lo era lui stesso.
Ma avere tanta conoscenza in tanti campi è visto oggi come un valore? O non porta piuttosto a incomprensioni da parte degli altri o addirittura all'isolamento? Per prendere nuovamente esempio dal mondo dei fumetti, quello che accomuna gli eroi, a parte i superpoteri, è un costante allontanamento dalle persone che proteggono... lo scotto da pagare per essere diversi.
Essere multipotenziali non è una malattia, ma solo un atteggiamento mentale contraddistinto dal possesso di svariate abilità e curiosità. Non è qualcosa che vada diagnosticato, quindi, ma che può essere scoperto con una seria introspezione o l'ausilio di test informali come quello realizzato da Emilie Wapnick ( imprenditrice, consulente professionale, blogger ).
Occorre puntualizzare che questi test non vanno intesi come degni di reale affidabilità, ma solo come spunti di riflessione su se stessi. È comunque utile provarli per conoscere un po' più a fondo quali sono le proprie potenzialità, nel bene e nel male. In particolare, i multipotenziali:
I multipotenziali tendono spesso a sentirsi in colpa per i loro svariati interessi e la loro psicologia fluida, cose che vengono spesso considerate sintomo della mancanza di un reale talento; invece, in una società complessa come la nostra, le persone dotate di questa forma mentis potrebbero essere, e saranno in futuro, figure estremamente importanti in svariati settori lavorativi. In ogni caso, come direbbe Steve Jobbs, multipotenziali o no, l'importante è continuare ad essere curiosi, affamati e folli, non smettendo di inseguire il desiderio di sapere: in una materia o in tante, non importa.