La stagione dei cantautori-trovatori come Branduardi e De Andrè, che riprendevano esplicitamente temi e modi del medioevo e del rinascimento nelle loro canzoni, è tramontata ormai da qualche decennio, ma resta un'esperienza molto interessante.
Prendiamo i due citati, Branduardi e De André: nei primi anni della loro carriera si presentavano entrambi esplicitamente come dei menestrelli d'amore. Il primo più dichiaratamente medievale, il secondo con tirate in avanti verso l'età moderna. Canzoni come Donna ti voglio cantare o Valzer per un amore rievocano comunque immaginari legati a un passato molto lontano e li attualizzano per il pubblico degli anni '70 e '80. Il tutto mentre la gente ascoltava tra gli altri i Pink Floyd, i Led Zeppelin, gli AC/DC, i Queen!
Tutto questo è pazzesco, a ripensarci. Mentre la musica rock si faceva sempre più "hard" e le atmosfere si facevano psichedeliche, un certo tipo di pubblico andava ad ascoltare e acclamava i menestrelli d'amore dei giorni nostri. Questo esprime appieno la vivacità musicale dei decenni passati.
I trovatori cui i cantautori si ispirano erano dei poeti-cantanti nati nella Provenza medievale intorno all'anno mille. Si distinguevano dai giullari per il fatto che non si limitavano a interpretare canzoni scritte da altri: erano invece dei veri e propri artisti a tutto tondo. Nelle loro liriche affrontavano temi come la guerra e gli ideali cavallereschi, ma il tema preferito era in assoluto l'amore, quello che oggi chiamiamo amor cortese.
L'amore, per i trovatori, era un mezzo di elevazione spirituale e la donna era vista come una specie di dea ma anche come una padrona, talvolta tiranna. Allo stesso tempo l'amore tanto vagheggiato era spesso, per ragioni di censo o altro, solo un sogno impossibile. Per questo nelle canzoni c'era ben poco di esperienza vissuta, ma moltissimo spazio era riservato al corteggiamento, al sogno e al desiderio.
I cantautori moderni riprendono l'immaginario provenzale legato alla donna, ed è estremamente curioso vedere come questo cozzi prepotentemente con gli ideali d'amore dei giorni nostri.
Sentire l'ode alla donna di Branduardi, così allineata alle canzoni di lode antiche, dà la sensazione di ritrovarci catapultati in un mondo "altro" dal nostro. Anche le minacce che De André rivolge alla fredda dama di Valzer per un amore ("diventerai vecchia e brutta, per questo devi amarmi oggi!") riprendono gli stilemi di un passato quantomai lontano. Per questo, talvolta, i nostri cantautori cercano di avvicinarci questo mondo estraneo con l'ironia (pensiamo alla celeberrima Carlo Martello torna dalla battaglia di Poitiers di De Andrè) oppure finiscono per farne una faccenda di revival pittoresco, recuperando strumenti antichi e coinvolgendo danzatrici in costume come qualche volta ha fatto Branduardi.
L'amore negli ultimi mille anni è cambiato, non è rimasto quello di prima, ma qualcosa è restato intatto e continua a parlare a noi moderni: il fascino del desiderio e la sua superiorità su tutto il resto. Per questo possiamo leggere o sentir cantare poesie di cento o mille anni fa ed empatizzare con esse, e sognare, e farle nostre. Il desiderio è amore, il desiderio eleva l'animo e rende la vita più viva! Per questo i menestrelli moderni sono così carichi di fascino: l'amore non è rimasto lo stesso negli ultimi mille anni, ma il desiderio sì. E queste canzoni ce lo raccontano molto bene.