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    Andare a convivere non è sempre l’idillio che ci raccontano
    La scelta della convivenza è un passo importante per chiunque ed è bene riflettere per non trovarsi impreparati di fronte ai risvolti psicologici e pratici che essa comporta. Come coniugare il romanticismo del vivere sotto lo stesso tetto – due cuori e una capanna - con le problematiche inevitabili della vita di tutti i giorni?

    Trasferirsi in una casa da condividere con il proprio/a innamorato/a è una tappa importante, improntata al romanticismo e mitizzata assai da letteratura e cinema; è una svolta che fa crescere e maturare non solo il singolo ma anche la coppia nel suo insieme e per questa ragione oltre che pianificata con serietà va compresa nelle sue dinamiche più profonde, intime e non.

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    Una scelta dettata da un romanticismo idealizzato può rivelarsi un boomerang se non la si contestualizza nei ritmi di vita e nelle esigenze di ciascun partner, lavorative o personali che siano. Se è bello addormentarsi abbracciati nello stesso letto, è forse un po’ meno aulico provvedere alle pulizie di casa, al pagamento di bollette, mutuo o altro nonché incastrare le abitudini individuali con quelle del partner.

    Del resto le tematiche della convivenza sono quelle, sic et simpliciter, del rapporto di coppia laddove:

    1. a) l’amore fa da collante a ciò che preesiste senza soffocarlo
    2. b) la routine non deve appannare la carica passionale tra i partner.

    Gli obiettivi dell’amore sono il completamento e l’arricchimento del singolo senza frustrare il carattere, le scelte lavorative, amicali o ludiche della persona ma semmai rafforzandole con la presenza e l’apporto del compagno/a.

    La convivenza, sotto questo profilo, come può favorire la condivisione, la partecipazione e la convergenza sugli ambiti personali, ugualmente potrebbe rischiare di appiattirli dandoli per scontati. Anche nel pratico, la vita insieme richiede lo sforzo di adeguare e incastrare i ritmi senza far prevalere l’uno o l’altro: per esempio l’aiuto vicendevole nelle incombenze di tutti i giorni è uno degli aspetti sui quali trovare una convergenza prima di costruire il nido d’amore.

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    Avere ben chiaro che non è solo lei o lui a doversi occuparsi della spesa piuttosto che del riordino casa e allo stesso modo che non è solo lei o lui a potersi allenare in palestra dopo l’ufficio, rappresenta già un passo iniziale per darsi delle regole condivise. L’amore è anche e soprattutto questo: aiuto e rispetto; lo sbaglio è darlo spesso per scontato senza pianificarlo, con le conseguenze che tutti conosciamo.

    Allo stesso modo la routine deve rinsaldare la passione e non appannarla; molto spesso lo scorrere del tempo e delle abitudini producono uno sbiadimento della carica emotiva iniziale con il rischio che i due partners si ritrovino a vivere come fratello e sorella. In questo contesto, il consiglio degli esperti è quello di mantenere, ove possibile, una certa riservatezza in alcuni ambienti come l’utilizzo del bagno e soprattutto di apportare novità e giocosità nella sfera del sesso e dell’intimità.

    La coppia deve sapersi rinnovare ogni giorno e anche nelle difficoltà quotidiane deve saper trovare il tempo di festeggiare le occasioni speciali, di scherzare, di ridere, di celebrare l’amore.

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     Commenti (1)
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    1. ciao7, Padova (Veneto)
      Tanti bei discorsetti, nella mia esperienza fatta di 27anni di convivenza e con 2 persone totalmente diverse mi viene da sorridere quando leggo queste piccole ma significative verità, ma su un punto non sono d'accordo, PERCHÉ SCRIVETE DOPO L'UFFICIO SI VA IN PALESTRA, ma dove sta scritto che tutti lavorano in ufficio, questa continua arroganza nel mondo del lavoro MA PER CORTESIA FINIAMOLA UNA VOLTA PER TUTTE. Che le costruisce la casa dove vive?, l'impiegata/o, polizia, carabinieri, vigili, elettricisti ecc ecc eccecc, cerchiamo di essere un pochino più realistici.
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