Il tennis è uno sport che può essere molto stimolante e divertente e che ha una lunga storia alle spalle. Il suo antenato più diretto è il gioco della pallacorda, uno sport nato al confine tra Italia e Francia nel XIII secolo, ma secondo alcuni studiosi anche prima.
Nella sua veste moderna il tennis nacque in Inghilterra, dove era uno degli sport preferiti dell’alta società. Nel corso degli anni il tennis si è popolarizzato un po’ in tutto il mondo, anche in Italia a partire da alcuni importanti vittorie di eccellenti giocatori dagli anni ‘50. Secondo alcune statistiche il tennis è uno degli sport ad avere il più alto seguito televisivo mondiale, e la potenza d’immagine dei giocatori-superstar contribuisce a tutto questo.
Se ti stai avvicinando a questo sport, potresti non conoscere alcune curiosità ad esso legate. Te ne proponiamo cinque.
A differenza del calcio, il tennis non ha limiti di tempo. Per vincere, un giocatore deve necessariamente aggiudicarsi un certo numero di “set” ma non ci sono prescrizioni sul tempo, che procede fino a quando il risultato non viene raggiunto. Le partite normalmente non durano più di tre ore, ma se i due contendenti sono molto agguerriti il tempo può dilatarsi potenzialmente all’infinito. La partita di tennis più lunga mai giocata è stata quella iniziata il 24 giugno 2010 tra John Isner e Nicolas Mahut. Isner prevalse dopo ben 11 ore di gioco distribuite su più giorni. Per ovviare al problema dell’eccessiva lunghezza di alcune partite nel 1965 è stato inventato il tie-break, una versione abbreviata che consente di terminare una partita in tempi ragionevoli.
I tennisti sono molto precisi nell’indirizzare le loro palle: questa possibilità è data in gran parte dalla conformazione di questi oggetti. La peluria che riveste le palline da tennis fa sì che le corde della racchetta facciano presa per qualche istante quando avviene il colpo. La pallina anziché schizzare via incontrollabile viene così avvolta e indirizzata in modo più preciso. Oltre a questo i peli che ricoprono la pallina servono a ridurre la velocità e il rimbalzo, sfruttando la forza di attrito.
I tennisti professionisti cambiano frequentemente la palla e spesso anche la racchetta durante una partita. Le palline da tennis si sgonfiano facilmente: anche se per un amatore la differenza tra una pallina nuovissima e una usurata può sembrare minima, i professionisti cercano sempre di ottenere il massimo dai loro strumenti di lavoro. Anche le racchette possono tendere ad allentarsi durante una lunga partita e spesso i giocatori cambiano racchetta al momento del cambio campo.
I fermacorda o gommini (in inglese dampeners) sono dei pezzettini di plastica simili a spillette che molti tennisti fissano sulle corde della propria racchetta. Lo scopo di questi gadget è ammortizzare le vibrazioni nella racchetta quando colpisce la pallina. Lo scopo di questi gommini non è proteggere la racchetta, bensì salvaguardare le articolazioni del tennista. Non tutti i tennisti professionisti usano i dampeners: ad esempio campioni come Federer credono che riducano la sensibilità al colpo.
Non tutti i campi da tennis sono in terra rossa, ma di sicuro è questa la colorazione più usata e più tradizionale. Il motivo è pratico: in origine la terra per i campi da tennis era composta da scarti finemente triturati dei mattoni rossi usati per l’edilizia.